A sei mesi dal giro di boa nella politica roncadese, conclusa la fase degli assestamenti ed emerse le linee di tendenza per i rimanenti quattro anni e mezzo di mandato, si può affrontare un minimo di analisi attorno alla domanda fondamentale: in cosa il gruppo di opposizione la pensa diversamente rispetto all’amministrazione in carica?
La lista A Roncade, rappresentata in Consiglio comunale da cinque componenti, interviene nel documento di 19 pagine delle linee programmatiche della Giunta con una serie di proposte di modifica o di integrazione che aiutano a fare un po’ di chiarezza.
Vediamone alcuni tratti, anche se, strucca-strucca, gli elementi di effettiva contrapposizione si riducono a due.
In ordine di importanza, la battaglia vera sarà sulla Via del Mare, cioè il progetto della Regione Veneto di trasformare la strada regionale n.89 “Treviso-mare” in una superstrada a pedaggio dal casello di Meolo-Roncade della A4 per i successivi 19 chilometri a sud, fino alla rotatoria “Frova”, di Jesolo.
Ricorderemo che il Comune di Roncade, assieme a quelli di Silea, Meolo, Monastier e Fossalta di Piave, presentarono un ricorso al Tribunale amministrativo regionale (Tar) del Veneto opponendo al disegno più di qualche ragione. Tra queste spiccano questioni legate all’atteso effetto di appesantimento della viabilità ordinaria nel momento in cui, come da progetto, l’arteria principale diventerà a pagamento.
Il gruppo A Roncade chiede al sindaco sia mantenuta “l’azione di contrasto anche in sede giudiziaria” all’opera (che equivale sostanzialmente ad un NO secco all’opera) mentre il governo cittadino sembra interessarsi più che altro al fatto che i roncadesi possano percorrerla gratis. Se si fa un po’ di attenzione alla viabilità locale, è ora la posizione del palazzo, non c’è motivo per cui alla Via del Mare non si possa dire SI.
In chiave politica tutto questo è ovvio: non si può essere leghisti zaiani (area di aderenza di Marco Donadel) e, allo stesso tempo, non favorire l’ingrandimento del colossale mausoleo orizzontale del governatorissimo.
Donadel se ne starà alla finestra, aspettando (sperando) di vedere un pronunciamento inappellabile della giustizia amministrativa che gli tolga dalla scrivania la fastidiosa questione. Occorrerà attendere il 2 aprile 2025, data alla quale è stata rinviata la prossima udienza per dare tempo al Tar di esaminare uno studio del traffico nel frattempo prodotto dalla Regione. Comunque vada, il sindaco di Roncade non pronuncerà mai una sola sillaba di contrarietà verso Palazzo Balbi.
Il secondo attrito tra le cinque consigliere di minoranza e il centrodestra è molto più locale e riguarda via Roma.
Per il sindaco precedente il corso principale di Roncade avrebbe dovuto essere sottoposto ad una profonda opera di modernizzazione della rete idraulica sotto l’asfalto mentre, per l’attuale primo cittadino, rassicurato dai vertici di Piave Servizi, le tubature possono non essere risanate perché il loro stato pare accettabile.
A Roncade , però, dissente e chiede di “avviare la riqualificazione del centro storico”, progetto che non può prescindere dal “rifacimento delle reti di sottoservizi”.
Il resto delle proposte dell’ala sinistra consistono in integrazioni che non dovrebbero incontrare difficoltà nell’essere armonizzate, magari con qualche ritocco, con il programma complessivo.
I suggerimenti spaziano dal welfare, con la proposta di “assicurare la permanenza degli ambulatori di medicina generale nelle frazioni” ad intese con aziende locali per estendere l’offerta di “posti nelle strutture dell’infanzia” anche ai non dipendenti, dalla promozione di “attività di prevenzione dei disagi giovanili” a maggiori investimenti “nella prevenzione del rischio idrogeologico, con particolare attenzione a Musestre”.
C’è anche altro e si troverà la quadra. L’imprinting ricettivo di stimoli dall’esterno adottato fino ad oggi dal modello-Donadel potrebbe saggiamente farne tesoro senza troppe difficoltà.