Fare un opera così al ridosso delle elezioni amministrative è da taglio di vene. Ma l’opposizione, quando hanno presentato il progetto, dov’ era ?
E’ un’interessante osservazione giunta a commento sulla nostra pagina Facebook relativamente alla discussa riqualificazione di via Roma e che ha il valore aggiunto di arrivare da un lettore non residente a Roncade.
Dunque portatore di una visione più semplificata e probabilmente neutra del tema in questi giorni al centro del dibattito.
Merita quindi un tentativo di risposta attraverso alcune osservazioni, naturalmente tutte opinabili.
Partiamo dalla fine. L’opposizione dov’era?
E’ necessaria una premessa. Dove sia stata l’opposizione negli ultimi cinque anni a Roncade è una domanda sensata per una ampia pluralità di argomenti importanti e l’unico vero gol segnato nella legislatura è stato in zona Cesarini, quello a porta vuota che non si poteva sbagliare sui balbettamenti del sindaco uscente connessi alla questione Amazon.
Detto questo, dalle minoranze (Lega più un informale Fdi) non è mai giunta una sola riga di contributo al confronto in qualsiasi contesto pubblico, in aula quanto sui media, se si escludono brevi dichiarazioni sollecitate da qualche volonteroso cronista di quotidiani locali.
Nel caso specifico di via Roma, come chiunque l’opposizione è sempre stata a conoscenza del progetto, in incubazione da almeno due anni, il quale, a quanto sembra, è stato pure piuttosto apprezzato dagli uffici della Regione Veneto che ad esso hanno accordato un generoso cofinanziamento.
La Regione Veneto, declinato per inciso il tema in senso politico, ha un colore analogo a quello dell’opposizione roncadese.
Ma passiamo ad un secondo interrogativo. L’opposizione, vista la fiammata (vedremo quanto effimera) di sollevazione dei negozianti di via Roma, preoccupati della ricaduta sui loro incassi della diminuzione di posti auto nelle vicinanze dei loro esercizi, sfrutterà il malcontento a fini elettorali?
Istintivamente si è portati a prevedere che forse così sarà.
Ma è tuttavia altrettanto lecito supporre che, aritmeticamente e razionalmente parlando, per essa sarebbe più un danno che altro. Per tre ordini di motivi.
Primo perché, ovviamente, il voto di ogni singolo cittadino ha lo stesso peso e, numericamente quanto cinicamente, i rappresentanti scontenti del commercio raggiungono al massimo qualche decina mentre i roncadesi favorevoli – o anche soltanto indifferenti – all’espansione della rete comunale delle piste ciclabili sono verosimilmente di più.
Secondo perché Roncade capoluogo da moltissimo tempo ormai non esprime in Comune un esponente politico dotato di qualche carisma. E, in fin dei conti, via Roma non è che quel ridotto e spopolato, per quanto pregiato, segmento che chiamiamo Centro Storico. La crisi di rappresentanza del suo nucleo sociale da cinque secoli più significativo, il ceto commerciale, è oggi evidente e sedimentata in strati successivi di inerzia e disinteresse. E’ una condizione che appare difficilmente superabile se non attraverso un cambio generazionale che però sembra ancora lontano (e poi, sempre in un contesto di freddo pragmatismo, quanti dei titolari di imprese commerciali in via Roma sono residenti a Roncade?).
Terzo perché in questi anni è oggettivamente antistorico assumere un orientamento più attento alla motorizzazione che alla mobilità green. Dal Covid in poi (ma anche prima) gli argomenti connessi alla sostenibilità, alla decarbonizzazione, alle istanze ecologiche e, fra queste, a tutto quanto riguardi la mobilità lenta e senza emissioni (dunque legata a doppio filo alle ciclovie) è in testa ad attenzioni politiche trasversali.
L’economia del cicloturismo in Italia è in continua crescita e nel 2023 ha superato un giro d’affari di 5,5 miliardi (+35% sul 2022). Giusto per dare l’esempio di giornata, anche oggi sui quotidiani il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, appare in fotografia in bicicletta all’inaugurazione di un tratto della “Treviso – Ostiglia” nel Padovano. Ma di immagini di Zaia che pedala, pure in centro a Treviso quando era presidente della Provincia, sono pieni i giornali e il web da almeno 20 anni.
La Regione di cui egli è alla guida per le piste ciclabili venete ha già stanziato 31 milioni, che arrivano a 155 se si considerano anche i contributi dello Stato, quelli del Pnrr e altri dal Fondo per le opere indifferibili.
Dunque, qualora una lista politica aderente all’area che attualmente governa la Regione si presentasse alle prossime elezioni amministrative a Roncade, suonerebbe una musica stonata e controproducente se scegliesse di cavalcare argomenti in antitesi. Così come, per chiudere la risposta all’input giunto dal lettore, sotto il profilo politico dai banchi delle opposizioni, Lega e socio hanno fatto bene a non contrastare i progetti di messa in sicurezza di via Roma.
Consapevolmente o meno, lo capiremo in campagna elettorale.