Amazon, le piroette delle sindache

COMUNICATO STAMPA

Mentre l’aria della Pianura Padana diventa sempre più irrespirabile, i progetti dei maxi poli
logistici di Roncade e Casale-Quarto – che, ricordiamo, prevedono cementificazioni su
un’area d’intervento verde enorme, complessivamente 731.000 metri quadri – non smettono di sorprendere. Entrambi si caratterizzano sempre più per zone grigie e incoerenze di cui le rispettive amministrazioni comunali sono parte integrante.

-A Roncade, abbiamo visto scene surreali quando – al momento dell’approvazione del
progetto – la sindaca, Pieranna Zottarelli, si è assentata dal voto per un presunto malore, per poi rientrare e partecipare tranquillamente alle votazioni successive. Si è poi scoperto che tra i proprietari dei terreni interessati c’è anche un suo parente, cosa che l’avrebbe esposta all’accusa di conflitto d’interessi nel caso avesse votato a favore del progetto.

-A Casale sul Sile, il 21 novembre 2023, la sindaca, Stefania Golisciani, ha dato un ultimatum di 40 giorni: se i fautori del Maxi Polo di Casale-Quarto non avessero dimostrato di avere le carte in regola, il più grande progetto di cementificazione di suolo verde in Veneto sarebbe stato annullato. Allo scadere dell’ora x, l’amministrazione comunale ha mantenuto un imbarazzato silenzio.
È stata necessaria un’interpellanza delle opposizioni per spingerla a rendere conto. La linea di difesa è stata che i proponenti del Maxi Polo hanno consegnato alcuni documenti entro la scadenza e che ci vorrà del tempo per esaminarli. Non è dato sapere che documenti siano. Ma di certo non sono le prove della titolarità sui terreni interessati, visto che sono in corso un pignoramento (e anche la seconda asta è andata deserta) e un contenzioso legale tra diversi proprietari. Le carte non possono dunque essere
in regola e, se la sindaca fosse coerente con le proprie stesse dichiarazioni, il progetto
dovrebbe essere annullato. Inoltre, pare che i proprietari dei terreni abbiano diversi anni di IMU in arretrato e che sul pignoramento potrebbe configurarsi un danno erariale per il
comune, perché l’amministrazione non fa chiarezza in merito?
Queste amministrazioni, a seconda del momento, sembrano subire inermi le iniziative delle multinazionali che vengono a fare razzia di suolo e aria respirabile oppure sembrano
appoggiare i loro progetti nascondendosi dietro necessità economiche o di posti di lavoro.
Come auspichiamo da tempo servirebbe un’alleanza intercomunale che possa regolare e
limitare questi insediamenti oltre che, a monte, una modifica radicale della legge sul
consumo di suolo del 2017, come proposto anche di recente dalle associazioni
ambientaliste.

Marco Carraretto
per il Coordinamento No Maxi Polo Casale sul Sile, Quarto d’Altino, Roncade