Via del Mare, sarà un altro buco (non per Sis)

La Superstrada Pedemontana Veneta (Spv) è un Project Financing al contrario, perché è la Regione Veneto, versando un canone prestabilito al Consorzio Sis notevolmente superiore ai pedaggi che incasserà anche nelle migliori previsioni di traffico, ad assumersi il rischio d’impresa.
Il “buco”, peraltro crescente negli anni, dovrà essere ripianato dall’ente pubblico sottraendo le risorse ad altri servizi, il primo dei quali la sanità.
E con la convenzione attraverso la quale, su uno schema industriale analogo, si andrà ad affidare la realizzazione della Via del Mare alla stessa società, il quadro non potrà che aggravarsi.

E’ la sintesi dell’effetto più macroscopico sui conti pubblici, e dunque sulle tasche dei cittadini veneti, illustrato ieri sera, a Roncade, in un’assemblea pubblica promossa dal circolo locale del Pd, con i contributi del consigliere regionale Andrea Zanoni, del segretario provinciale di Treviso, Giovanni Zorzi, e del responsabile ambiente del Pd del Veneto, Matteo Favero.
Si è trattato di un incontro molto partecipato, alla presenza dei sindaci di Roncade, Pieranna Zottarelli, di Monastier, Paola Roma, e di Fossalta di Piave, Manrico Finotto, tra i firmatari di un ricorso al Tribunale amministrativo regionale (Tar) relativo alle criticità dell’iter seguito dalla Regione per l’affidamento dell’opera.
In sala, completamente riempita, ascoltatori di molti comuni coinvolti dagli attesi impatti diretti e indiretti della Via del Mare.

Il progetto, secondo quanto descritto dai relatori, si presenta “capovolto” anche per altri aspetti, oltre che per le innaturali garanzie riconosciute all’investitore, a cominciare dal rinvio a tempi successivi del superamento dei problemi viabilistici che contraddistinguono il traffico tra Jesolo e Punta Sabbioni. Accelerare l’arrivo alla rotatoria “Frova” con un tratto a pagamento raddoppiato, in sostanza, non attenuerà il fenomeno degli incolonnamenti da lì in poi.
L’altro argomento non accettabile dagli amministratori locali ricorrenti è la necessità di creare, parallelamente al percorso della attuale Treviso-Mare, che già sarà ampliato con due corsie, ulteriori complanari per “raccogliere” il traffico dalle vie laterali e convogliarlo al casello più vicino. Sono interventi rispetto ai quali – e senza considerare il consumo di suolo – non è chiaro a chi spetti l’onere della costruzione.
Gli esperti del Pd giudicano poi poco affidabile la garanzia di esenzione dai pedaggi ai residenti dei comuni immediatamente a ridosso dell’arteria. La stessa promessa era infatti stata rivolta ai territori interessati dalla Pedemontana ma poi, nell’arco di pochi anni, del tutto revocata.

Un ultimo, ma sempre fondamentale, aspetto è il precedente che si verrebbe a creare se una strada di proprietà pubblica a disposizione gratuitamente di chiunque, come, appunto, la Treviso-Mare, tecnicamente la Strada Regionale n.89, venisse privatizzata. La manovra sarebbe del tutto inedita e sdoganerebbe ulteriori ipotesi di introduzione di pedaggi in altre arterie di grande scorrimento.