Fossato in secca. Perché accade?

Il 29 ottobre scorso il fossato del Castello di Roncade aveva l’aspetto riprodotto nella foto qui sopra, circostanza che si è poi ripetuta nei giorni seguenti. Il fondo melmoso di fronte al prospetto principale della Villa, con la contestuale emersione di piccole strutture di servizio come tubi di scarico e altri manufatti, non è ovviamente una vista gradevole ed è stato automatico chiedersi perché questo avvenga.

Interpellato sul tema, il Consorzio di bonifica “Piave”, di Montebelluna (Treviso), competente per la gestione dei corsi d’acqua nella nostra zona, ha inviato due giorni fa la seguente risposta

Con riferimento alla Sua nota protocollata al n. 0030243 in data 31/10/2023, si comunica che la Regione Veneto con la L.R. 12/2009 ha attribuito ai Consorzi di Bonifica funzioni di supporto alla Protezione Civile, inserendoli nell’ambito del sistema regionale di protezione civile, quale presidio territoriale nella gestione delle reti minori e negli interventi urgenti e indifferibili, diretti al contenimento del rischio idrogeologico e idraulico, necessari per un’efficace azione di protezione civile.

In relazione a quanto sopra e agli avvisi di criticità emessi dal Centro Funzione Decentrato della Regione Veneto, lo scrivente Consorzio deve mettere in atto una serie di manovre su manufatti e sostegni posti lungo i canali di propria competenza finalizzati alla salvaguardia della pubblica incolumità.

Nello specifico, il bollettino di criticità idraulica ed idrogeologica n. 35/2023 del 29-10-2023, prevedeva per la zona VENE-F (in cui Roncade è inserita) un livello di allertamento “arancione” prevedendo al suolo i seguenti effetti:

probabile rigurgito dei sistemi di smaltimento delle acque piovane e allagamenti di locali interrati e/o sottopassi; innalzamento dei livelli della rete idrografica secondaria, in particolare per le zone in allerta arancione possibile inondazione delle aree limitrofe. Nelle zone in allerta idraulica innalzamento significativo dei livelli dei corsi d’acqua principali, con probabile superamento della seconda soglia idrometrica e inondazione delle aree limitrofe e golenali.

Per tali ragioni si provvedeva quindi all’abbassamento dei sostegni lungo il Fiume Musestre con congruo anticipo per permettere lo sgrondo delle portate e conseguente maggiore capacità di invaso.

Si rimane a disposizione per ogni ulteriore chiarimento.

Cordiali saluti

Ing. Luigino Pretto
Dirigente Area Tecnica Gestione e Manutenzione

In sostanza, prevedendo precipitazioni abbondanti nelle ore a seguire, il Consorzio si è preoccupato di mettere il Musestre nelle condizioni di assorbire più acqua possibile, cioè di “svuotarlo” facendo scendere a valle gran parte di quella che c’era agendo sulle strutture normalmente usate per regolare i corsi d’acqua (chiuse e sbarramenti di varia natura).
Va tenuto presente che il fossato del Castello è alimentato dallo stesso Musestre attraverso una antica condotta, oggi tombata (qualcuno si ricorderà la “canaletta” parallela a via Roma, dietro le costruzioni sul lato est), la quale preleva l’acqua necessaria all’incirca all’altezza di Piazza Ziliotto per restituirla poco prima della chiesa parrocchiale.
Abbassando artificialmente il livello del fiume, perciò, il Consorzio ha inevitabilmente determinato pure il prosciugamento del tratto più alto del circuito attorno alla cinta muraria di Villa Giustinian.
E’ dunque uno scenario che, in mancanza di soluzioni praticabili, si ripeterà ogni volta che la Regione Veneto diramerà bollettini allarmanti.