Fra un anno a Roncade si vota, ovviamente non si sa ancora chi saranno i gruppi politici in lizza e tantomeno, è chiaro, si possono prevedere le candidature nelle liste.
Il metodo sarà comunque sempre lo stesso. Toni perché guida l’associazione A e ha cento persone che lo ascoltano, Bepi perché è rappresentativo nella parrocchia B, Teresina perché porta i voti del circolo femminile C e Antonietta perché ha già esperienza in consiglio e tanti fratelli e cognati.
Su cosa verterà il confronto, nella sostanza degli argomenti di interesse collettivo, è secondario, è noto che si vota a simpatia, un po’ come con i like. Purtroppo una sola volta e in segreto, sennò sai quanta gente ciascuno di noi potrebbe far contenta.
E l’appartenenza politica? L’ultimo dei pensieri. A Toni, Bepi, Teresina e Antonietta poco importa destra, sinistra, su e giù perché dietro il paravento delle civiche ogni distinzione è diluita e ogni apparente salto di sponda assolto.
Accantonata la questione delle casacche, almeno sui progetti per la Roncade che si vuole si spera ci sarà una qualche differenza.
Pure se è lecito immaginarsi che – in una città in cui l’unico problema è quello di non avere problemi seri, quelli cioè che infiammano confronti veri fra convinti portatori di posizioni differenti – ci sarà solo una moderata distinzione tra sfumature.
Si parlerà di questioni su cui non si è aggiornati (chi ha tempo?), con tre o quattro concetti assemblati in fretta come chi va all’interrogazione della quinta ora avendo studiato qualcosa dagli appunti del compagno di banco quella stessa mattina.
Una di queste, ci si può giurare, sarà Amazon e si metteranno purtroppo nella stessa pentola temi posti fuori tempo massimo, o già risolti, o di competenza di altri o teneramente romantici.
Per chi si fosse messo in ascolto soltanto ora stiamo parlando del centro di distribuzione previsto dal colosso della logistica tra la strada regionale 89 “Treviso Mare”, a Vallio, e il casello della A4, una struttura da erigere su 60 mila metri quadrati di area verde all’interno di 19 ettari e alta quanto basta per metterci dentro magazzini robotizzati al servizio di camion che entrano ed escono dall’autostrada.
Vediamo di cosa prevedibilmente si parlerà.
Cementificazione, è vero. Ma sono vent’anni che quell’area è stata ceduta con soddisfazione dal proprietario ad una società immobiliare e le società immobiliari normalmente non investono per realizzare riserve naturalistiche. Amazon o altri, si sa da una vita che qualcosa lì si sarebbe insediato con grande impiego di calcestruzzo. Ogni discorso oggi è dunque vano.
Tema numero due l’appesantimento della viabilità. Il raccordo con la Treviso-Mare potrebbe rallentare i flussi veicolari e se si pensa che quello dovrebbe essere il punto in cui si innesterà la “Via del Mare”, superstrada a pagamento per Jesolo, le incognite si moltiplicano. Ma la strada è regionale, la Via del Mare sappiamo quanto stia a cuore a Palazzo Balbi. Citofonare Lega, casomai. Quali siano i poteri di un solo Comune, peraltro storicamente poco incline a sentire cosa ne pensino le amministrazioni a monte e a valle, non si capisce. In ogni caso chi volesse prendere di petto questo tema farebbe senz’altro una pessima figura ragionando sui sentito dire o sugli “ho letto sul giornale” senza aver studiato la documentazione ufficiale della Regione Veneto (disponibile in grande quantità sul web).
Terza questione, il lavoro. Si calcola che nell’insediamento roncadese opereranno intorno ai 1.300 addetti e quando si tratta di logistica è noto quanto il rispetto dei diritti, degli orari, dei livelli retributivi, delle regole della sicurezza sia sempre sul filo del lecito. Tenere sempre a mente tutto questo e, per quanto possibile vigilare, è una necessità morale. Ma anche qui sono in corso da alcuni anni confronti in ambito nazionale tra le organizzazioni sindacali e Amazon, c’è un Contratto nazionale di categoria ben definito e dobbiamo dare per scontato che sia applicato. L’equazione logistica uguale sfruttamento non è automatica, qualche passo in avanti negli ultimi anni è stato compiuto e di certo Amazon in Italia ha sempre su di sé la massima attenzione.
Quarto argomento, la nostalgia. I bei tempi in cui si andava a fare acquisti nei negozi di paese e le persone si incontravano, socializzavano, sostenevano il commercio locale e le piazze si riempivano. Come se ai bei tempi fosse tutto già disponibile in paese e non si percorressero decine di chilometri per andare nei capoluoghi in cerca di un vestito, un libro, un attrezzo sportivo o da lavoro che il negoziante del posto al massimo ti avrebbe fatto arrivare aspettando alcuni giorni.
Cioè muovendo furgoni di fornitori che oggi sono diventati quelli di Amazon, con la differenza che questi ultimi, con un solo viaggio, perciò inquinando meno, accontentano decine e decine di clienti.
Va detto addio al commercio locale? Neanche per idea. Ma non si ferma il vento con le mani, il mondo cambia ed esige continui sforzi di adattamento.
Sono le situazioni di apparente emergenza quelle in cui fioriscono le idee nuove, nel mercato la conservazione equivale a necrosi e ogni vero imprenditore lo sa bene. Cominciare i ragionamenti con l’insidioso “ma una volta” è il primo passo di una disonorevole ritirata.