Ventidue giorni per attraversare la strada

Cosa possiamo dire di una lettera datata 22 maggio, consegnata al servizio postale il 24 e recapitata il 14 giugno ad un destinatario che abita sul lato opposto della strada rispetto al punto di partenza?
E se il documento in questione non fosse un messaggio di saluto o un invito ad una festa di nozze ma un modello F24 tramite il quale poter pagare l’acconto Imu al soggetto mittente entro la data del 16 giugno con le ovvie penali previste per il ritardo?
Due giorni di tempo, tra il 14 ed il 16 giugno, potrà essere la risposta, sono sufficienti per rispettare i termini, è vero.
Ma se il destinatario fosse un cittadino con poca dimestichezza con i canali di home banking, cioè una persona che pagherebbe il dovuto solo recandosi fisicamente ad uno sportello bancario, e anche qui previo appuntamento?

Mille cose possiamo dire dire.
Sull’efficienza della Pubblica amministrazione, anche in comuni normalmente ben oliati come quello di Roncade.
Sulla pachidermica stratificazione di passaggi ridondanti del servizio postale, che si cerca sempre di modernizzare ma con effetti mai riscontrabili (un avviso di ricezione di una raccomandata continua a dare il diritto ad ottenere il plico dall’ufficio ma solo dopo due giorni lavorativi, tanto per dire, e nessuno ha mai capito il perché).
Sulla spietatezza con cui, al contrario, la P.A. applica le sanzioni se solo il ritardo dell’utente supera di un minuto la mezzanotte dell’ultimo giorno consentito.
Su come servizi di logistica privati funzionino infinitamente meglio senza costi aggiuntivi. Probabilmente presto sarà più agevole ordinare su Amazon l’F24 per pagare l’Imu in tempo.

Possiamo dire mille cose e inacidirci l’anima.
L’unico suggerimento utile oggi è dotarsi di Pec, la posta elettronica certificata. Costa zero, ci vuole un piccolo sforzo per capire come funziona (ma se si è capaci usare un telecomando per vedere Sky al confronto usare la Pec è una barzelletta), ed il valore legale delle comunicazioni su questo canale è lo stesso delle vecchie raccomandate.
Occorre solo che la P.A., se parliamo di Imu il Comune, si faccia carico di raccogliere gli indirizzi Pec dei cittadini che desiderano ricevere in forma digitale il loro F24.
Una fatica che sarebbe compensata dal risparmio sulla spedizione cartacea via posta, che sempre soldi nostri sono.