Italina sia Serva di Dio

Trova riscontro e conforto in molti roncadesi, l’idea maturata nel corso degli anni da Mario Grassi e Gianni Brusutti, testimoni della fede di Italina De Lazzari, mancata 22 anni fa dopo lunga malattia vissuta in totale serenità. Stanno operando affinché possa aprirsi il processo di beatificazione a suo carico.

Italina è una figura che non si dimentica. Dietro al banco della centralissima gelateria-caffetteria col nome di famiglia in cui lavorava a tempo pieno, si dimostrava sempre efficiente, veloce. Le sue parole erano dirette e semplici. I suoi sorrisi guarnivano una generosità esuberante, che partiva dalla pallina aggiunta di nascosto al cono dei bambini e arrivava lontano, fino a continenti diversi dal nostro.

Mercoledì era l’unico suo giorno libero e in quelle poche ore Italina riusciva a condensare mille attività, dal riempire e spedire interi container di aiuti per il Terzo Mondo (se ne contano almeno 15 nel corso degli anni) all’organizzare viaggi mariani e programmi per i giovani fino all’animare incontri di preghiera.

Tenace e coinvolgente, ha saputo convincere prelati, politici, imprenditori con il suo personalissimo carisma, nel quale mancava la capacità oratoria – Italia aveva compiuto solo gli studi elementari -, ma prorompevano le tre virtù fondamentali per divenire Serva di Dio, Fede, Speranza e Carità.

Farla dichiarare Serva di Dio è infatti il risultato principale a cui tendono i promotori della causa. Ossia dare il giusto riconoscimento ad una vita così tenacemente cristiana, nelle parole e nelle opere. Per ottenerlo, basta che il processo venga avviato. Parroco e vescovo sono già stati avvisati. Ora si tratta di raccogliere testimonianze e portarle ufficialmente al vaglio delle autorità ecclesiastiche. Alcune locandine sono state posizionate nel territorio. Invitano quanti la conoscevano a rendere pubblici i loro ricordi. Anche i familiari e gli amici vengono sollecitati a farlo, le testimonianze più intime sono fondamentali.

“Non si trattava di filantropia, – racconta Brusutti – lei era davvero una suora laica. Aveva una forte declinazione verso la centralità dell’Altro.Avrebbe voluto far parte dell’Ordine romano delle Suore Domenicane, ma una patologia cronica le ha impedito di potervi entrare definitivamente. Perciò ha trascorso l’esistenza operando, senza requie, per il bene altrui.”

I risultati raggiunti da questa donna minuta che riusciva a toccare il cuore delle persone sono stati riconosciuti da concittadini e Istituzioni che le hanno dedicato il premio La Roncola D’Oro e la sala polivalente della residenza per anziani “Città di Roncade”.

Massimo Rastrelli, padre della prima fondazione antiusura italiana di matrice ecclesiastica ed ex parroco di Napoli, morto a San Biagio di Callalta 4 anni fa, di Italina diceva fosse meritevole dell’iniziativa di Grassi e Brusutti per l’impegno profuso a favore dei poveri. Alla sindaca roncadese Pieranna Zottarelli la De Lazzari ha sempre ricordato Madre Teresa di Calcutta.

Italina muore a Roncade nel 2000. I processi di beatificazione devono essere intentati entro 30 anni, ma i promotori si danno ancora un paio di mesi per raccogliere le testimonianze necessarie ad avviare il complesso iter burocratico.