Piazza Longa. Riparliamone, perché no?

E se tornassimo a riparlare di Piazza Longa?
E’ estate, abbiamo tempo per una riflessione.
La nuova amministrazione comunale è in carica da 13 mesi, la stabilizzazione e l’ambientamento sono cosa fatta. L’arco di tempo che la separa dal prossimo test elettorale, 4 anni, è sufficiente ad ammortizzare e metabolizzare i dissensi che giungeranno da più parti, come è sempre stato quando si è parlato di modificare l’impianto complessivo di via Roma-Piazza I maggio.
Se non ora, insomma, quando?

Va subito chiarita una cosa. Riparlare di Piazza Longa non significa riprendere in mano i disegni del 2007.
Vuol dire entrare nell’ordine di idee di dare finalmente una nuova caratterizzazione al centro storico di Roncade.

Nell’ultimo quarto di secolo si sono fatte tante cose nel comune.
La zona di Piazza Ziliotto aveva tutt’altro aspetto (chi si ricorda il vecchio e ormai inutile Consorzio agrario?), la rotatoria tra la Zermanesa e via Roma era prima una specie di incrocio con precedenza a destra.
E’ sorto un edificio-monstre che doveva essere un Outlet poi tante altre cose, Ca’ Tron è passata di mano tre volte, H-Farm ha cambiato pelle passando da incubatore a polo di formazione.
E’ arrivato un casello autostradale gigante, si è chiuso un passaggio a livello, si sono abbattuti e ricostruiti dei cavalcavia sulla A4, Amazon sta per mettere radici, Marchiol ha buttato su in fretta un magazzino enorme, si è rifatto il centro di Biancade, sono stati realizzati chilometri e chilometri di piste ciclabili.
Tanto per dire qualcosa in disordine; potremmo andare avanti, in archivio abbiamo di tutto.

Ma a Roncade centro?
Facendo sintesi alla fine abbiamo visto appena un fai e disfa di sanpietrini, un traccia e cancella e ridisegna posti auto (con un saldo di -12), uno sposta di qua o di là di 300 metri di ciclovia.
Un distribuisci senza criterio plateatici eterogenei, di fatto come piaceva ai baristi, sulla furia emergenziale e ormai insensata del Covid.
Nulla – o molto poco – di sostanziale.
Mentre il mondo è cambiato: con le generazioni sono mutate le abitudini di consumo e quelle di fruizione di servizi e degli spazi pubblici, si sono acuite le sensibilità ambientali e, contestualmente, quelle di approccio alle tecnologie digitali che con le prime sono connesse a doppio filo.
La demografia ci indica con chiarezza cose poco visibili all’inizio dei Duemila e che non possono essere ignorate nella pianificazione di una città.

Guardiamo avanti, non tiriamo a campare su equilibrismi antichi orientati al quieto vivere del giorno per giorno.

Piazza Longa, è bene ripetere, non è il disegno delle origini e neanche i ritocchi che sono seguiti.
E’ l’idea di un salto visionario alto, che pure c’era stato (sì: a posteriori è d’obbligo riconoscerlo) prima di ricadere mestamente al suolo per più ragioni, e che ora – se non ora quando? – andrebbe ritentato.
Se no la storia confonderà i prossimi 20 anni con i precedenti.