Poche altre città sono evolute come Roncade, innovativa al punto che le fontane gettano direttamente acqua minerale imbottigliata.
E’ un fenomeno così straordinario, però, che il forestiero di passaggio fatica a concepire, tendendo, ahimè, a dirottare le proprie ipotesi in altre maligne direzioni.
Eppure è successo molte altre volte, non dovrebbe più sorprendere.
Da qualche tempo, grazie a fototrappole posizionate qui e là in provincia, si riesce a incastrare l’ecovandalo di turno che getta il sacco dei rifiuti domestici nei fossati a bordo strada. Non sappiamo mai chi sia – privacy e garantismo lo impongono – ma il fatto di averlo identificato e sanzionato un minimo di consolazione lo produce.
Più difficile risalire ai camionisti i quali, indifferenti allo sguardo di chi segue, proiettano dai finestrini del loro bisonte in corsa ciò che nella cabina dà loro fastidio. Però uno sforzo lo si potrebbe fare una volta ogni tanto.
Ma non allarghiamoci e torniamo a Roncade.
Le domande sono: l’azienda incaricata di vuotare i cestini della spazzatura, distanti pochi metri, è tenuta a ripulire anche la deturpata? Altrimenti a chi tocca? Al momento della foto – oggi, 8 febbraio 2025, mattina – i rifiuti si trovano lì da due giorni.
E poi: la rete di videocamere di sorveglianza attive in centro storico, in assenza di fatti più rilevanti, potrebbe forse aiutare chi di competenza ad indirizzare una buona tirata d’orecchi ai piccoli (?) ecovandali della notte?
E anche, magari, ai (grandi) conduttori di cani, le cui cacche incustodite sono tornate da qualche tempo a costellare marciapiedi e sottoportici?
Su tutto e in senso generale: da dove arriva questa rinnovata percezione di impunità?