Chi sono i possibili candidati sindaco a Roncade? Chiara Tullio, Paolo Giacometti, Viviane Moro, Stefano Beraldo, Boris Cagnin, Roberto Silvestri e Marco Donadel.
Questi, almeno, secondo una voce con spiccata inclinazione cinese che raggiunge, di casa in casa, in questi giorni, i cittadini di questo comune a nome di un certo istituto di ricerca.
Benché richiesto, la signora senza erre non spiega chi abbia commissionato il rilevamento, cosa che sarebbe doverosa. Ripete a macchinetta la stessa serie di domande fino a quando l’interlocutore ne butta giù qualcuna a caso giusto per togliersela di mezzo.
Consoliamoci, almeno non è uno dei promotori di contratti farlocchi su luce, gas, telefonia o trading on line, che provocano guai di cui i colpiti tacciono per vergogna della propria ingenuità (ma quanti!).
Però, tornando ai candidati sindaco della intervistatrice cinese, la metà di essi della consultazione non sa nulla e c’è anche chi non ha la minima intenzione di impegnarsi in ruoli amministrativi.
Dunque? Chi è che ama gettare dei soldi per un servizio inconsistente – non per colpa dell’agenzia, ovvio – e di certo fuorviante per chi quelle chiamate le riceve? E che vuol dire l’aver messo nella serie esponenti appartenenti ad aree politiche oggi opposte? Forse che c’è già una trattativa per una formazione trasversale che congiunge l’Alfa e l’Omega? O che l’Alfa e l’Omega non ci sono più? O che la lievitazione della confusione fa gioco ad ambienti interessati al fatto che l’incertezza (sul limite della goffaggine nella compagine maggioritaria uscente) si protragga il più a lungo possibile?
Come al solito, se la direzione di un gruppo politico si mette solo ora, a tre mesi dal voto, ad indagare le opinioni degli elettori e lo fa attraverso interviste telefoniche affidate a terzi, significa che ha perso di vista il marciapiede della comune quotidianità popolare.