Le videocamere di sorveglianza e tutti i dispositivi elettronici evoluti, pubblici e privati, che contribuiscano a migliorare il grado di sicurezza delle città segnalando movimenti sospetti e individuando autori di reati sono i benvenuti. Non si risparmia nella loro installazione nelle nostre case e più ce n’è nei dintorni più siamo contenti.
Se gli stessi strumenti, però, sono puntati verso la “gente per bene” con l’acceleratore allegro il discorso si capovolge. Tutti ci riconosciamo come potenziali bersagli di una spietata quanto impersonale polizia elettronica messa lì per trasmettere il nostro numero di targa ad una autorità liberticida che ci manderà dei bollettini da pagare.
Il solo annuncio della prossima installazione sulla “Treviso-Mare” di un nuovo autovelox ha generato in due giorni su questo sito un numero di visite almeno dieci volte superiore – e parliamo di diverse migliaia – alla media delle altre pagine. Il tema allarma e appassiona molto più di ragionamenti, per dire, sulla tutela del territorio o sulle energie verdi.
No, la multa per eccesso di velocità è un affronto personale. Ammettere un nostro errore, rilevato con indiscutibile precisione digitale, è un’operazione che ci guasta l’anima per giornate intere, inventiamo di tutto per sostenere, sui social, che a compiere una prepotenza è piuttosto chi quella trappola la vuole mettere. Quell’entità malvagia che si permette di sospettare una nostra incapacità di distinguere da soli ciò che alla guida è sicuro da ciò che è pericoloso.
Un autovelox è crudele e cinico quanto un etilometro, e dov’è quell’eroico Robin Hood armato di flessibile che, non molto lontano da qui, gli autovelox nottetempo li abbatte?
E poi c’è la storia del “fare cassa” (che, per carità, lo stesso sindaco respinge) quando, invece, il senso dell’autovelox, oltre alla funzione di dissuasione, è esattamente questo. Ed è sacrosanto. Non c’è niente di volgare o di iniquo nel far pagare di più gli interventi di miglioramento della sicurezza stradale proprio a chi, a causa del suo piede pesante, contribuisce più di altri a comprometterla.
Oppure sarebbe meglio aumentare l’Imu così pagano tutti, i cittadini corretti come gli indisciplinati?
Mah, forse sì. Se la tassa è generalizzata quasi non ce ne accorgiamo, è mal comune.
Se però quel dannato bollettino arriva solo a me perché andavo a 95 km/h con il limite di 90, ammettiamolo, è un’onta come poche altre.