Commercio, siamo a meno sei

Riepilogo.

A giugno non ha più riaperto la tabaccheria di via Roma gestita da Angelo Pavanetto, scomparso all’improvviso. Chi collaborava ha ritenuto di non dar luogo alla prosecuzione dell’attività.
Ottobre ha visto l’abbassamento definitivo delle serrande del negozio laboratorio di fotografia di Damiano Lorenzon, anche in questo caso per il decesso del titolare del tutto inatteso.
A dicembre chiuderà, questa volta per mancanza di prospettive di successione, lo storico negozio di ferramenta Segato, in Largo Giustiniani.

Un lettore attento ci manda la segnalazione di inserzioni comparse su un noto sito di annunci commerciali. Una piccola pasticceria vende l’attività ed è facile individuarla in via Giovanni XXIII, idem uno snack bar da 50 metri quadrati in posizione centrale, e anche qui basta fare una passeggiata per il centro per capire quale sia, e, infine, si legge che “in frazione di Roncade (Vallio), si propone in vendita storico ristorante/pizzeria con annessa licenza di tabacchi”.

Siamo a sei in meno. Segno dei tempi o combinazioni?
Di sicuro i primi due casi derivano direttamente da episodi sfortunati, entrambi sarebbero ancora attivi.
Il terzo rappresenta il classico esempio di azienda che dopo mezzo secolo abbondante esaurisce la sua fase per un insieme di motivi.
Anche gli ultimi tre non sono che conclusioni di parabole, di pochi mesi o di molti anni, che rientrano nel succedersi degli eventi in tutte le società.

Nulla è eterno, a ben guardare, con un po’ di memoria storica, si capisce come lo scenario cambi ovunque. Se qualcuno ha conservato un elenco telefonico di Roncade degli anni Ottanta vi troverà, soltanto nei trecento metri centrali di via Roma, negozi di tutti i tipi di cui oggi non si ha più quasi il ricordo. Articoli sportivi, intimo, gastronomia, dischi, radio-tv, abbigliamento, alimentari, sartoria … si potrebbe continuare.
In compenso oggi ci sono più servizi come banche, agenzie immobiliari, di viaggio e di consulenza varia.

Il tema è dunque avere una visione, concepire come si muoverà nel medio termine il sistema del Terziario, quale sarà l’utente prevalente dell’offerta roncadese e progettare, di conseguenza (anche tenendo lucidamente conto delle dinamiche demografiche) lo scenario cittadino più idoneo tanto alle attività private quanto ai residenti.
Al decisore pubblico, perciò (e, naturalmente, se crede) l’attivazione di luoghi di confronto tra tutte le componenti della comunità, su un piano paritetico, per tentare uno sguardo un tantino più raffinato e ad ampio respiro rispetto alle tattiche di ridisegno temporaneo – a linee perpendicolari, oblique e adesso pure spezzate – delle aree di sosta.