Quando si parlava della Tav a Ca’ Tron

C’è stato un tempo in cui emerse l’ipotesi di una linea per treni ad alta velocità (Tav) tra Venezia e Trieste che sarebbe dovuta passare non ricalcando il percorso dei binari attuali ma seguendo un tracciato che, provenendo da Ovest, poco dopo Mestre avrebbe dovuto piegare verso Caposile. Dunque solcando una buona parte della tenuta di Ca’ Tron.
Quel tempo era esattamente 15 anni fa e la descrizione dell’opera era stata data dal viceministro alle infrastrutture dell’epoca, Roberto Castelli (Lega), ad un’interrogazione presentata dall’allora sindaco di Roncade e parlamentare Simonetta Rubinato.
La domanda al Governo era nata in seguito all’esecuzione di una serie di carotaggi osservata tra Bagaggiolo e Ca’ Tron, spiegati quindi con la necessità di indagare la natura del suolo per la costruzione della massicciata, dei binari e di quanto sarebbe stato funzionale alla Tav.

Il percorso così meridionale della linea lasciava immaginare la realizzazione di stazioni vicine alle spiagge del litorale ma tutto si stava sviluppando, denunciò allora Rubinato, con “Enti locali tenuti completamente all’oscuro. La Regione li convochi al più presto e faccia finalmente chiarezza”, anche perché in questo modo si sarebbe “sventrato l’ultimo pezzo di campagna veneta di particolare pregio paesistico rimasto ancora integro” e sotto il quale si trovano i resti delle antiche vie romane di collegamento con Altino.

Oggi di Tav non si parla più e tantomeno di percorso meridionale. Sopra i resti sepolti della via Annia c’è H-Farm e a velocizzare i viaggi in treno tra Venezia e Trieste sta provvedendo, un po’ alla volta, la soppressione di diversi passaggi a livello tra i quali quelli su via Stradazza, già completata, e quello su via Boschi, in atto in questi mesi.

La via Annia, costruita nel 131 a.C. dal pretore Tito Annio Rufo, è una delle due grandi strade – assieme alla via Postumia, risalente ad una ventina d’anni prima – che collegavano il mondo romano al Veneto.
La Annia partiva da Adria e percorreva l’arco adriatico fino ad Aquileia, il più importante centro paleocristiano delle Venezie. Tra Padova ed Altino sono state scoperte due stazioni di ristoro per viaggiatori e cavalli, a San Bruson di Dolo e Marghera; quattro cippi miliari sono stati inoltre riportati alla luce a Padova, in località Stanga, a Dolo, a Campalto ed a Quarto d’Altino. Il percorso ad est di Altino risulta fino ad oggi scarsamente indagato; si sa soltanto che a Sud di Musile la via Annia fu costruita su un tratto rialzato per proteggerla dai frequenti allagamenti e che all’altezza di Ceggia – da dove la strada ripartiva per raggiungere Concordia Sagittaria ed Aquileia – sono stati rinvenuti i resti di due piloni e delle testate di un ponte a tre arcate. Secondo i cronisti romani furono numerosi gli imperatori che vi transitarono con i loro eserciti, nel IV sec. d.C., per difendere il confine orientale dell’Impero.