Unire con un tratto di penna i punti numerati, si otterrà un disegno.
Registrati gli elementi minimi necessari sul caso Centri estivi a Biancade ora è tempo di collegarli e leggere l’immagine.
Inizialmente si è tentato di attribuire il mancato avvio del campo a incomprensioni tra i diversi soggetti proponenti, all’eccesso di offerta, al calo demografico, eccetera, i quali sicuramente c’entrano ma da soli non spiegano tutto.
Alla fine, il fattore che si era cercato di tenere fuori non poteva più essere lasciato in secondo piano: ciò che ha indotto molte famiglie a preferire un’agenzia alternativa a quella pubblica paiono essere le “perplessità” rispetto a chi avrebbe fornito i pasti.
Per il progetto comunale sarebbe cioè stata la stessa azienda che cura la refezione scolastica (che non nominiamo vista la sua, va detto più che comprensibile, irritabilità) e che, dopo i noti fatti dello scorso inverno, ha perso appeal.
Sarebbe cambiato qualcosa se i Centri estivi comunali fossero stati organizzati con un’altra cucina?
Questo non lo si può obiettivamente dire, ma la domanda vera è un’altra: perché, anche per questo progetto, il Comune ha optato in questa direzione?
Perché, cioè, dato il clima, si è accettato il rischio di dover annullare anche il contratto con un altro e incolpevole fornitore, cioè la cooperativa sociale alla quale sarebbe spettata le gestione della dimensione educativa del campo?
Intendiamoci, però, e non facciamo le anime belle: dietro ogni assegnazione di incarico pubblico c’è un ginepraio di motivi – scritti e non scritti, di patti da rispettare o semplici opportunità ambientali – difficili da leggere per chi sta dalla nostra parte a guardare le cose dal buco della serratura. In municipio non sono matti e non sono pensabili una sottovalutazione del sentire collettivo o, peggio, un intento di provocazione da parte dell’Amministrazione comunale.
Comunque sia, dopo aver unito i punti numerati e ottenuto il disegno, il messaggio è piuttosto nitido: la pace tra un parterre di famiglie (la maggioranza o una minoranza bellicosa?) e la nota azienda di refezione non è cosa fatta.
Alla sordina imposta ai social con legale diffida fanno da contrappeso messaggi privati con garanzia di riservatezza dai toni ancora irritati.
Con l’iscrizione al servizio di ristorazione scolastica 2025/2026, resa disponibile online sulla home page del sito del Comune in ogni caso sappiamo che anche per il prossimo anno scolastico o si mangia questa minestra o si mangia a casa.