COMUNICATO STAMPA
RONCADE. “LA TRADOTTA” IL GIORNALE DI TRINCEA PRESENTATO ATTRAVERSO UN CONVEGNO ED UNA MOSTRA: SUCCESSO DI PUBBLICO
Portavano un po’ di leggerezza e serenità ai soldati che rischiavano la loro vita in trincea durante la prima guerra mondiale. Soprattutto dopo la disfatta di Caporetto del 1917 dove le speranze di vittoria erano state “momentaneamente” accantonate. Si tratta dei giornali di trincea, in particolare la “Tradotta”, un settimanale fortemente voluto dal Gen. Armando Diaz che incaricò, il capo dell’Ufficio Propaganda della III Armata, il colonnello Ercole Smaniotto, di risollevare, attraverso la carta stampata, il morale e l’orgoglio patriottico dei soldati.
Smaniotto affidò la direzione del progetto al sottotenente Renato Simoni, noto critico teatrale del “Corriere della Sera”, il quale ideò un settimanale illustrato e pubblicato a colori da distribuire alle truppe nel quale si raccontavano i fatti di guerra attraverso brevi storielle comiche e vignette umoristiche. I giornali di trincea ed in particolare “La Tradotta”, costituirono dei veri capolavori sotto il profilo stilistico e grafico al quale collaboravano alcuni giornalisti e vignettisti del “Corriere” oltre ai grandi nomi della letteratura italiana come D’Annunzio, Deledda, Ungaretti.
La mostra e la presentazione della “Tradotta” hanno riscosso un grande interesse da parte del pubblico nella Chiesa Antica dei Santi Cornelio e Cipriano a Roncade. L’assessore alle Manifestazioni Roberto Silvestri ha sottolineato “l’importanza di avviare iniziative in grado di coinvolgere il territorio e i suoi abitanti considerato che la prima guerra mondiale fu combattuta proprio da queste parti, sulle terre a ridosso fiume Piave”.
Alla serata inaugurale, nei saluti introduttivi, il sindaco Marco Donadel si è congratulato per l’iniziativa definendo la mostra “una valorizzazione ulteriore del nostro territorio”. Il curatore della mostra Fiorenzo Silvestri che la sta divulgando in diversi Comuni, ha illustrato con stampe alla mano il valore stilistico, illustrativo e umano del giornale. “Non costituisce un mero strumento di propaganda ma un capolavoro sotto qualsiasi profilo. Grazie a queste pubblicazioni si riuscì a ripristinare il valore della patria nel morale delle truppe”.
Alla chiusura della mostra – il 12 aprile – non sono mancati i momenti di grande emozione: i canti del Coro “Cime d’Auta” sono stati accompagnati dall’ introduzione storica di Annalisa Bragaggia e dall’assessore Silvestri che ha letto con molta partecipazione gli ultimi scritti di giovani soldati condannati a morte, indirizzati alle rispettive famiglie di appartenenza.