Non lo facciamo mai, ma in questo caso è utile usare la fonte Facebook per riportare l’intervento di un lettore.
A prescindere dai contenuti, il modello usato per la sua estensione rappresenta perfettamente ciò che a nostro giudizio dovrebbe essere inteso come onesto e volonteroso contributo al confronto.
Il testo riflette la lucida consapevolezza che non c’è mai nulla di così semplice da poter essere sviluppato in modo compiuto nelle poche righe di un post sui social, tantomeno se come replica immediata, sgrammaticata ed istintiva al pensiero di altri. Peggio ancora con l’ottuso sarcasmo delle faccine sbeffeggianti.
Il lettore fa vedere che un caso come quello della mensa scolastica (sociologicamente e antropologicamente interessantissimo per la grande varietà di comportamenti, pensieri e reazioni che ha determinato) merita di essere commentato con freddezza, equidistanza, valutazione delle ragioni di più portatori di interesse (che, benché le più importanti, NON sono solo quelle dei bambini e delle loro famiglie) e dopo aver atteso la sedimentazione dei toni più burrascosi.
Grazie per l’esempio. Una prossima volta sarebbe opportuno usare la e-mail per non rischiare di smarrire il contributo nel girone dantesco di Fb.
Roncade, 30 marzo 2025
Di Thomas Galvan
Partiamo dal presupposto che io non ho un minimo di competenza ed una formazione di base sull’argomento ma:
1- Derubricare il tutto ad un semplice errore che può capitare mi sembra troppo semplicistico perché l’errore va sempre rapportato al contesto in cui avviene; una cosa è fare cadere un bancale sul muletto o rompere un oggetto in riparazione, altra cosa è che a fare lo stesso singolo errore sia un ingegnere che progetta un ponte o un medico che opera… Sarà sempre un singolo errore ma con conseguenze diverse.
2 – È palese che la situazione mensa sia diversa da plesso a plesso e da tipologia di scuola, quindi fare un discorso generale da una o dall’altra parte genera confusione.
3 – Trovo personalmente riduttivo sostenere che solo con le micro aziende vi sia il rischio di “contaminazione” degli alimenti ma che anche in questo caso sia solo un calcolo probabilistico poiché vi sono molte micro aziende e pochi colossi ma ad esempio la lametta nel pane di questi giorni è stata trovata sotto gestione Camst non di Mario Rossi.
4 – Allo stato attuale è certificato che non vi sia pericolo per la salute ma un minimo di disgusto è comprensibile ed io posso anche fare giocare i miei figli con i simpatici vermetti della frutta ma non credo che poi gli farei mangiare quella frutta e vermetto (anche se sarà il cibo del futuro).
5 – Dussmann mai pervenuta sulle svariate segnalazioni che ho fatto in merito ai cambi di menù per mancata fornitura comunicate anche in orario quasi di pranzo; se un mio fornitore per varie volte mi ritarda la consegna e me lo comunica il giorno stesso una volta va bene, la seconda cazziatone e la terza resti a casa e da inizio anno sono stati 13 cambi menù. Dussmann ha fornito da settembre fino a Natale, nel plesso di Biancade, cibo non correttamente riscaldato a causa di problemi sullo scaldavivande ed è comprensibile di come a noi genitori la situazione non andasse bene ma anche in questo caso la risposta è stata “aspettiamo le vacanze per sistemare” intanto i bambini mangiavano cibo meno caldo.
6 – in tutta la storia il Comune ha fatto la scelta più facile ma meno correlata al suo mandato poiché ha detto alle persone arrangiatevi, ma in teoria un Sindaco, l’amministrazione e i funzionari sono pagati per risolvere i problemi non per dire alla gente arrangiatevi.
7 – sarebbe interessante vedere i numeri di chi mangia Dussmann e chi da casa anche tra gli insegnanti come sarebbe interessante vedere se Dussmann ha clienti privati e non solo appalti pubblici perché l’appalto lo vinci e chi mangia subisce mentre un privato sceglie e se mangia male non ti sceglie.
8 – ultima ma non ultima, solidarietà massima alle dipendenti Dussmann incaricate del plesso di San Cipriano che con indagini ancora in corso sono state già colpevolizzate dalla società, che penso abbia importanti prove per queste affermazioni, e che quindi dovrebbe fornire tutte le informazioni del caso non alla stampa ma a chi sta svolgendo le indagini.