Sono un genitore e in Dussmann ho la massima fiducia

Gentile direttore,

desidero anch’io esprimere i miei pensieri sulla questione mensa.
La prima osservazione che faccio è che io non ho la minima preoccupazione sulla vicenda, semmai ne ho su altri fronti.

Sono un tecnico informatico, ma ad un certo punto volevo cambiar totalmente e inserirmi nel mondo “Food”, cosa che poi non ho fatto. Avevo però iniziato col primo requisito, ovvero l’abilitazione alla somministrazione alla vendita di alimenti.
Solo per dire che ho un minimo di competenze e che, allo stesso tempo, non ho alcun conflitto di interesse.
E’ stato un percorso ben strutturato, dove ho capito bene le richieste a cui un professionista è obbligato a sottostare e a documentare.
Questo è il sistema Italia, fatto di tante burocrazie che però hanno senso e che ci garantiscono essere tra gli stati col più alto livello di sicurezza alimentare.
Non è il sistema dell’una o dell’altra azienda. Lo devono applicare tutti perché i controlli ci sono, non solo a carico degli organi pubblici, ma anche a carico degli organi di controllo che le aziende pagano per avere le varie certificazioni.
Questo è il motivo principale per cui oggi mi sento sicuro e non ho la minima preoccupazione su ciò che mangia la mia piccola di tre anni alla scuola dell’infanzia di San Cipriano.

Si certo, i furbetti esistono, ma sono per lo più a carico di aziende nate “ieri” per truffare “domani”, oppure microaziende che pur di sbarcare il lunario cercano di far economia in vari modi.
Non è certo il caso di una grande azienda, radicata nel territorio e con anni di lavoro alle spalle. Un’azienda che avrà di certo una struttura manageriale piramidale dove le responsabilità scendono a cascata, ma che sono comunque personali e in proporzione riguardano sempre tutta la struttura.
Ora chiedo. Mettendosi nei panni di un manager che porta a casa 2-3000 euro al mese andreste a dire a un dipendente di fare un’azione atta al risparmio sapendo che vi è la minima possibilità di intossicazione alimentare con le responsabilità che ne derivano?
Non credo proprio.
Al massimo andrò ad acquistare il prodotto che costa meno, ma che sia garantito da un punto di vista organolettico e di sicurezza alimentare.
Su questo aspetto garantisco che normalmente le aziende strutturate come Dussmann o Ottavian non si limitano a scegliere il prodotto più economico. Valutano anche il fornitore e tipicamente, dopo 2-3 casi di qualità scadente chiudono il rapporto col fornitore per cercarne un altro.

Ora, lasciando stare per un attimo le larve, ma prendendo gli altri casi trovati anche nelle altre scuole (pezzi di plastica, peli, pagliette, etc) dico che ci può stare. Stiamo parlando di tonnellate di alimenti movimentati, non della mamma che prepara la cena al suo bimbo.
E stiamo parlando di lavoratori come noi, con la grande differenza che nel nostro lavoro (nella maggior parte dei casi) un errore lo vedrà il nostro responsabile o il cliente, ma difficilmente avrà una cassa risonante come quella di questi giorni.
Certo, magari potremmo insinuare che una delle colpe è che tali lavoratori sono sottopagati e costretti a lavorare molto per poter vendere un pasto completo a pochi euro e garantire all’azienda somministratrice l’appalto.
Si certo, ma quelli sono i costi e non variano tra azienda e azienda o variano di pochissimo. Quindi molto molto probabilmente tali casi, si verificheranno più o meno in tutte le aziende. Non ho numeri alla mano, ma son pronto a scommetterci che è così. Ok, forse un’azienda può avere la fortuna o meno di avere dei dipendenti più o meno accorti, così come a noi capita di avere colleghi più o meno svegli e/o volenterosi.

Quindi cosa facciamo? Licenziamo un dipendente perché ha lasciato andar dentro un pezzetto di plastica di una confezione di 20kg di polpa di pomodoro dentro un pentolone da 400 litri? Solitamente casi come questi, che comunque sono inaccettabili, vengono gestiti. Si apre la non conformità interna e si studiano le strade perché la cosa non riaccada. Però non avremmo mai e poi mai la certezza al 100% che non potranno mai più riaccadere. Solo la probabilità statistica che accadrà con meno frequenza.

Per tornare alla larva, si pensi quel che si vuole, ma io mi tengo la ferma convinzione che vi è stata messa di proposito da qualcuno che aveva vantaggi a mettere in cattiva luce la Dussmann. Era pulita e viva? Ma dai! Ma per favore! Chi ha escogitato questa cosa deve avere anche un livello di intelligenza e di furbizia sotto i piedi!
Qualcuno potrà dire che ancora non è stata dimostrata l’ipotesi del sabotaggio. Indirettamente credo si sia già dimostrato.
Intendo che se effettivamente vi fossero state delle mancanze da parte di Dussmann sul fronte igiene e sicurezza alimentare, di certo gli organi competenti che stanno facendo pelo e contropelo li avrebbero portati a conoscenza.

Per quanto riguarda invece la larva a Fagarè nella crosta di formaggio, beh, di sicuro l’azienda avrà tutta la tracciatura e nel mentre leggete son certo che hanno già identificato il fornitore e gli avranno chiesto delle spiegazioni (oltre ad averlo silurato).

Aggiungo che in ogni caso non sono preoccupato di una larva (se cotta). Certo, è davvero disgustosa, ma i media ne parlano spesso. Questo molto probabilmente sarà il futuro prossimo: carne fatta a partire da farine di grillo o altri insetti, in quanto molto proteici, in sostituzione a carne derivante da bestiame. Ora non dico che la dobbiamo mangiare per forza. Dico solo che se la stanno producendo significa che è sicura ed avrà certamente un valore nutrizionale e proprietà organolettiche in linea con quelle della carne “vera”

Di cosa occorre preoccuparsi veramente?
Delle contaminazioni batteriche: Salmonella, Campylobacter, Escherichia coli (E. coli), Listeria monocytogenes, Staphylococcus aureus, Clostridium perfringens, Bacillus cereus, etc
Ma di queste ahimè, tante volte non c’è nulla di visibile (se non nella confezione chiusa) che permetta di riconoscere visivamente la contaminazione. Su questo aspetto ho solo una rassicurazione che posso dare. Tali contaminazioni avvengono quando non viene rispettata la filiera. Quando si scelgono fornitori scadenti o “nuovi”, ma questo tipicamente accade ad aziende poco strutturate, con basso potere di acquisto che non è il caso di grandi aziende come Dussmann, Ottavian, Camst, Sodexo, etc

Non sono preoccupato di come queste aziende preparano e somministrano gli alimenti.
Sono più preoccupato di come questi vengono preparati tra le mura domestiche.
Quanti di noi hanno solo ripiani in acciaio Inox? Quanti di noi sono soliti pulire attrezzi e ripiani di lavoro sia con detergente (a una determinata temperatura attorno ai 60°) e sia con un igienizzante?
Quanti di noi, invece, usano taglieri in legno, ricettacolo di batteri?
Quanti di noi talvolta consumano alimenti oltre la data di scadenza preferibile?
Sono certo che la maggior parte di noi genitori attua tutte le misure necessarie, ma non credo che lo faccia la totalità e non credo neppure che lo faccia la totalità di quei genitori che oggi si riuniscono contro la mensa. Questo è solo il mio pensiero.

Aggiungo ancora, da un punto di vista nutrizionale. Quanti di noi seguono precise diete bilanciate, adattate all’età dei nostri figli?
Spero di essermi spiegato. Ritengo più sicuro un sistema esterno, controllato, gestito da professionisti preparati e che hanno una reputazione e delle responsabilità da mantenere e rispettare.
A integrazione di quanto scritto. Ammettiamo che la mamma di turno per un motivo o per l’altro provochi un’intossicazione al figlio. Chi lo verrà mai a sapere? Nessuno, perché si tratta di un caso singolo e di cui sarà difficile dare dimostrazione della causa.
Ma se la stessa cosa accadesse in una mensa, la riconducibilità al somministratore sarebbe immediata in quanto, con ogni probabilità, più persone presenterebbero sintomi simili.

Solo per dire che questo è l’ennesimo motivo per cui non sono preoccupato.

Sono invece un po’ preoccupato per ciò che noi genitori stiamo facendo arrivare ai nostri figli. Io ho fatto sempre giocare i miei figli con i lombrichi che dopo una bella pioggia escono e popolano giardini e marciapiedi attigui. Non voglio che ne abbiano paura, la vita in fondo parte anche dalla loro attività.
E quanti vermetti ci capita di trovare in particolare nelle ciliegie? Anche in quei casi non voglio che ne rimangano scioccati. Certo, forse saranno un po’ schifati, ma se gli insegno che non sono un pericolo, che sono degli amichetti e magari li faccio anche giocare con loro, probabilmente non resteranno scioccati quando ne vedranno.
Al contrario, se esaspero la questione che risultati otterrò? Bambini che si rifiutano di mangiare, ma per colpa di chi? Della larva o di quanto come genitori abbiamo trasferito?

Per concludere, ripeto che sono più preoccupato dell’impatto che questa cosa sta avendo agli operatori della mensa delle nostre scuole, agli/alle insegnanti e non per ultimi, a noi genitori. Trovo che tutto quanto si sta facendo sia esagerato e ingiustificato.
Certo, ognuno ha la propria sensibilità e le proprie preoccupazioni, ci mancherebbe. Non discuto.

Ci tenevo però a dire che tutto quanto si sta facendo non mi rappresenta.
Resto dalla parte del sistema Italia che è già il non plus ultra nella salvaguardia della sicurezza alimentare. Non ho bisogno di altro

Leonardo Zanata