Mensa: Cgil, “ascoltiamo anche le lavoratrici”

COMUNICATO STAMPA

Caso mensa Roncade, Chirici (FILCAMS CGIL): “Ascoltare la voce delle lavoratrici”
Il Sindacato si è attivato per chiedere ammortizzatori sociali a tutela del reddito delle addette, l’azienda vaglia possibili soluzioni. Resta la preoccupazione per il loro futuro

Ancora grande incertezza per le lavoratrici delle mense scolastiche del comune di Roncade. “Purtroppo nell’intensa discussione tra amministrazione comunale e comitati dei genitori, ci preoccupa nonché rincresce riscontrare che per ora le lavoratrici rimangano una voce inascoltata, nel limbo, continuando a temere per il loro lavoro”. Dichiara Nicole Chirici della FILCAMS CGIL di Treviso.

“Successivamente alle riunioni con i genitori che hanno avuto luogo fino a mercoledì 19 marzo, abbiamo appreso dal sito dell’amministrazione comunale di Roncade la decisione del sindaco di consentire ai genitori di scegliere se portare il pranzo al sacco o se aderire al servizio mensa” continua Nicole Chirici. “Di fatto la committente non ha più convocato il tavolo congiunto che avevamo richiesto come FILCAMS CGIL per dare delle risposte anche alle operatrici delle mense coinvolte. L’aver adottato questo regime ibrido, pranzo al sacco o servizio mensa, comporta necessariamente una ricaduta organizzativa sul lavoro delle addette che potranno servire i pasti erogati dall’azienda, ma non potranno però occuparsi della gestione dei bambini che portano il pasto da casa”.

“Inoltre, vista la situazione occupazione delle lavoratrici e l’impatto sulle ore di lavoro dunque sul loro reddito, il sindacato ha richiesto con urgenza il coinvolgimento delle parti per attivare quanto prima gli ammortizzatori sociali a copertura delle ore di lavoro ridotte a causa delle copiose disdette dei pasti nelle scuole primarie del comune – spiega la funzionaria della FILCAMS CGIL trevigiana -. L’azienda in queste settimane ha proposto ad alcune lavoratrici di svolgere le ore non più lavorabili nelle scuole, presso il suo centro cottura di Fossalta di Piave. Tuttavia, poiché il presidio minimo presso le scuole va garantito ed è sostanzialmente evidente che buona parte delle lavoratrici non potrà comunque svolgere l’intero orario contrattuale, abbiamo richiesto all’azienda di attivarsi per un accordo di cassa integrazione. L’azienda si è impegnata a darci riscontro in questi giorni. Confidiamo nel senso di responsabilità di tutti i soggetti coinvolti perché vi sia attenzione anche per queste lavoratrici – chiosa Chirici”.

Ufficio stampa