Fle, e se fosse la Vetturetta a regalarci un’emozione?

Festival dei luoghi e delle emozioni (Fle), lunedì sera, 13 febbraio, ci sarà un incontro al Centro giovani promosso dagli assessori alla cultura e al turismo, Viviane Moro e Loredana Crosato, al quale sono state invitate le associazioni e gli esercenti di Roncade.
Lo scopo è di raccogliere suggerimenti utili a predisporre un programma per la prossima primavera, dopo tre anni di interruzione della manifestazione come conseguenza della pandemia.

Questo sito non appartiene a organizzazioni di portatori d’interesse ma, dall’esterno, coglie l’occasione per rilanciare una sollecitazione già avanzata, senza riscontro, nel 2015.
Parliamo di un’emozione potenziale, che non è un’emozione da poco.
A Roncade, in sintesi, c’è una risorsa nascosta che potrebbe trasformarsi in uno straordinario richiamo per visitatori da tutto il paese e dall’estero, e cioè la “Vetturetta” di Carlo Menon, ritenuta da più fonti la prima automobile costruita in Italia.

La Vetturetta

Fu realizzata dall’industriale roncadese nel 1895 montando un motore monocilindrico da 2,5 cavalli, di fabbricazione francese, su un telaio tubolare con quattro ruote, uno sterzo, un differenziale, un radiatore ad acqua e poco altro.

Dove si trova? Chi l’ha vista per l’ultima volta conferma sia ancora collocata dove è custodita da anni, nelle stanze di un’abitazione privata di discendenti dell’inventore, poco lontano dalla fabbrica fondata dallo stesso Carlo Menon e che operò fino agli anni Ottanta del secolo scorso.
La Vetturetta è per la nostra città il punto di partenza di una filiera continua della storia dell’automobilismo che non ha eguali per significato creativo e ingegneristico e che si estende fino alle espressioni tecnologiche più avanzate sulle quali da decenni è impegnata la Texa, azienda fondata e presieduta da un altro roncadese, Bruno Vianello.

Il tema è: perché la Vetturetta non è visibile?
Avrebbe qualche ruolo, in questo, la pubblica amministrazione?


Riproponiamo il ragionamento di otto anni fa.

L’articolo 9 della Costituzione recita “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”.

Da qui discende un Codice dei beni culturali e del paesaggio (Decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42) che dice, all’articolo 1, “Lo Stato, le regioni, le città metropolitane, le province e i comuni assicurano e sostengono la conservazione del patrimonio culturale e ne favoriscono la pubblica fruizione e la valorizzazione”.

L’articolo 3 spiega ciò che si intende per Beni culturali: “Cose immobili e mobili che presentano interesse artistico, storico, archeologico, etnoantropologico, archivistico e bibliografico e le altre cose individuate dalla legge o in base alla legge quali testimonianze aventi valore di civiltà”.

Per l’articolo 10, nel dettaglio, sono beni culturali “le cose immobili e mobili, a chiunque appartenenti, che rivestono un interesse particolarmente importante a causa del loro riferimento con la storia politica, militare, della letteratura, dell’arte e della cultura in genere, ovvero quali testimonianze dell’identità e della storia delle istituzioni pubbliche, collettive o religiose”.

L’articolo 11, infine, pone fra i Beni oggetto di specifiche disposizioni di tutela “I mezzi di trasporto aventi più di settantacinque anni” e “i beni e gli strumenti di interesse per la storia della scienza e della tecnica aventi più di cinquanta anni”.

Dunque?

In conclusione, una delle emozioni che il ripristinato Fle potrebbe cercare di trasmettere ad una popolazione, per lo più ignara del patrimonio che abbiamo, è qui individuata nel provare a prendere in mano la questione, interloquendo con la proprietà e ragionando sui possibili modi di riportare la Vetturetta all’attenzione del mondo. Soprattutto, di restituire la Vetturetta all’orgoglio cittadino e di trasmetterne la conoscenza ai molti, ormai troppi, che neppure sono al corrente della presenza a Roncade dell’impareggiabile esemplare.