“Quella del ragioniere Alberto Dalla Tor è un po’ edicola, un po’ libreria, un po’ profumeria e anche il salotto di Roncade. Se ci si ferma mezz’ora, ci si accorge che di là passa, più per fare una chiacchierata che per comprare giornali, un bel po’ di gente”.
E’ un brano di un servizio dedicato a Roncade pubblicato dal Gazzettino il 2 settembre 1978 e che riporta un piccolo affresco della vita nel centro del paese, allora di poco più di 10 mila abitanti contro gli oltre 15 mila di oggi.
Il cronista riferisce che le vendite dell’edicola corrispondevano mediamente a 85 copie del Gazzettino, 20 della neonata Tribuna di Treviso a cui se ne aggiungono alcune de “Il Giornale”, di Indro Montanelli, del Corriere della Sera e pure dell’Unità, di Avvenire, dell’Avanti e di Lotta Continua. Poi tanti fotoromanzi e copie di “Sorrisi e canzoni”, mentre risultano “in netta diminuzione i giornali pornografici”, i quali non vanno oltre i 40 numeri al mese.
Nel 1978 la biblioteca comunale, riporta il servizio, “funziona da cinque anni ed intorno ad essa si è sviluppato un certo movimento culturale”.
Il cronista si sofferma anche sulla composizione dell’amministrazione municipale, guidata dal “sindaco Diego Boscato che regge una giunta monocolore Dc (Democrazia cristiana). In consiglio i democristiani sono 19 e siedono anche cinque comunisti (Pci), quattro socialisti (Psi) e due socialdemocratici (Psdi)”.
E come si comportano i partiti?
L’articolista annota che secondo i residenti “non sembrano brillare per eccessivo dinamismo. Al di là delle feste bianche, rosa e rosse, che utilizzano una piattaforma la quale dovrebbe invece servire per lo sport, i partiti sono troppo occupati dalle cose dell’amministrazione (Dc) oppure ad organizzare dibattiti e conferenze (Pci) a cui partecipano sempre i soliti”.
La piattaforma era un ampio rettangolo di cemento adiacente al campo sportivo “Piero Grosso”, all’epoca nello spazio in cui oggi si trovano il capannone del “Tigotà” ed il parcheggio.
Gli abitanti si lamentano anche per l’orologio del campanile che batte le ore anche di notte, mentre i giovani fanno notare che la sera “in paese non c’è tanta iniziativa per cui non resta che andare fuori, in discoteca”.