La fotografia è in sé impattante, chi si sia trovato nel piatto ciò che l’immagine rappresenta un bel sussulto deve averlo avuto.
Ed è anche piuttosto facile raffigurarsi l’allerta sulla soglia del panico deflagrato, negli istanti successivi, nella sala mensa della scuola primaria di San Cipriano, oggi , all’ora di pranzo, quando il fattaccio si è palesato in tutta la sua enormità.
Si contano a centinaia, poi, le chiamate tra i vari soggetti a vario titolo coinvolti e più o meno chiamati in causa per quei vermetti brunastri vaganti nella pasta.
Telefoni e smartphone bollenti per sindaco, assessore alla scuola, dirigente e vicario, responsabili della ditta fornitrice, e poi azienda sanitaria Ulss n.2 e le costellazioni di gruppi di genitori (cioè, in pratica, le madri in perpetua connessione social).
La raccolta di informazioni, fatto un po’ di ordine a mente fredda, restituisce un quadro di sintesi di questo tipo:
1 – Un campione del piatto incriminato, vale a dire pasta con insetti annessi, è stato consegnato al servizio Igiene alimentare dell’Ulss. L’obiettivo è cercare di capire la natura degli intrusi e la loro compatibilità con la sospettata ipotesi di provenienza dal cibo servito.
2 – L’episodio sembra seguire una serie di segnalazioni di insoddisfazione per una presunta insufficiente qualità degli alimenti offerti in più casi dalla società fornitrice, in particolare nella scuola di Biancade.
3 – Sul servizio, tuttavia, il range dei giudizi raccolti a campione tra le famiglie degli utenti si dispiega a ventaglio su 180 gradi: c’è chi non ha nulla da eccepire e chi, invece, esprime opinioni taglienti diametralmente opposte. Ma questo vale sempre e non fa notizia.
In attesa del responso scientifico degli analisti, entomologi e biologi si può supporre, vale forse la pena di soffermarsi su alcuni aspetti un tantino atipici rispetto a molti altri casi di cibo adulterato, contaminato o avariato di cui le cronache sono solite ciclicamente occuparsi.
1 – I “vermetti” erano vivi. Perciò è difficile pensare si trovassero nella pasta cruda che poi è stata fatta bollire.
2 – Gli ospiti indesiderati erano anche “puliti”, cioè non impiastricciati di condimento come i maccheroncini. Magari ci sarà una spiegazione legata alla diversa rugosità del loro corpo, ma sembra un po’ strano pure questo.
3 – L’episodio avrebbe riguardato solo alcuni piatti e solo a San Cipriano. In altre sedi scolastiche del comune, in cui è stato servito lo stesso menu, niente di insolito è stato rilevato.
4 – Il fatto è accaduto nella struttura scolastica più nuova, essendo stata radicalmente riqualificata soltanto pochi mesi fa. Una eventuale “caduta accidentale” di parassiti nei piatti da qualche muro malsano, insomma, pare debba essere esclusa a prescindere.
5 – Sarà pure un esercizio di fantacomplottismo, ma l’assessore Paola Carrettin, che frequentemente sperimenta le mense delle scuole presentandosi all’ora di pranzo una volta qui e una volta là, oggi (27 febbraio) avrebbe dovuto recarsi proprio a San Cipriano ma non ci è andata per un cambio di programma imprevisto.
Qualcosa non torna, Watson.