Non lo avevamo capito, trogloditi che siamo …
Altro che sprezzante gesto di stolida indifferenza per il decoro cittadino: quello che abbiamo davanti nella centralissima via Roma è un intenzionale quanto pregiato contributo di artisti contemporanei ad un già pregevole elemento di arredo urbano.
Purtroppo non se ne conoscono gli autori, ma è chiaro che c’è stata una collaborazione di più intelletti creativi.
E altrettanto evidente è il significato che hanno voluto trasmettere: l’opera rappresenta il cambiamento attraverso i secoli del modo di dissetarsi.
Dalla fontana della ruspante Roncade agricola, di poco post-unitaria, del 1883 al pet industriale sterilizzato dei tempi nostri.
Dallo zotico sorbire, con la mano a coppetta, l’acqua incontrollata di una insidiosa falda sotterranea al ben più chimicamente affidabile succhiare a canna quella attinta a Scorzé dalla fonte Guizza da uno sterile involucro di pet.
Tutta un’altra storia, è il progresso.
In conclusione, trovandoci, ormai senza dubbio, di fronte ad un’installazione permanente, forse è il caso di aggiungere almeno una targhetta con un titolo. Magari lanciando un concorso di idee. Darebbe all’opera un tocco da Biennale e otterremmo di fatto un secondo monumento a Riccardo Selvatico, il sindaco di Venezia per lunghi anni roncadese, che istituì la prestigiosa manifestazione in Laguna.