Il Fiorino non corre più

Fuori dalle mura il barone guidava il suo Fiorino in lungo e in largo sulle strade del centro e della campagna di Roncade, spesso in una tenuta che più casual non si può, indifferente a portamenti e formalità. Quando rientrava in villa, però, diventava lo squisito ospite che accoglieva turisti di mezzo mondo, in particolare centro e nord europei, rivolgendosi loro in inglese e tedesco ed accompagnandoli nelle degustazioni tra le pregiate bottiglie della sua cantina o nelle camere d’albergo ricavate tra le mura della cinquecentesca residenza veneziana. Vincenzo Ciani Bassetti, primo della sua secolare discendenza trentina ad essere nato a Treviso, è morto domenica, a 77 anni, al termine di una malattia. Il funerale è fissato per domani, alle 15, nella chiesa parrocchiale di Roncade che sta appena al di là del perimetro murato. Fino ad allora il feretro rimarrà esposto nella cappella interna alla villa, complesso voluto dai signori Giustinian e fortificato con bastioni merlati di fatto mai serviti a difesa da alcunché.

Il «castello» fu acquistato all’inizio degli anni Trenta dal nonno, Tito, e gestito poi dal padre, Giovanni, con regolare trasmissione del titolo nobiliare imperiale austriaco. Ma è a Vincenzo che si devono la lungimiranza e gli sforzi sostenuti per renderlo quello che oggi è, ossia una struttura mantenuta perfettamente in ogni suo angolo con puntuali interventi raffinati, rispettosi e senza risparmio, e con quella visione imprenditoriale ormai imprescindibile ai fini della conservazione del patrimonio monumentale privato. Laureato in agraria all’università di Padova, il barone ha saputo sfruttare a pieno i possedimenti agricoli collegati alla villa, ampliandoli in tempi recenti con ulteriori acquisizioni e ottenendo un’azienda vitivinicola che oggi conta 120 ettari dalla quale si ottengono 500 mila bottiglie.

Gli addetti sono una quarantina ma non era raro, alcuni decenni fa, quando il lavoro occasionale nelle campagne si poteva interpretare in modo più disinvolto, incontrare Ciani Bassetti per la via e ricevere lì per lì la proposta di unirsi alle schiere dei vendemmiatori.

«Anche da domani mattina se vuoi, ti aspetto alle otto», poi rialzava il vetro del Fiorino e partiva senza attendere risposta. Il giorno dopo chi c’era c’era, e comunque tutto andava bene.

Nei primi anni Novanta aveva intuito, in anticipo sui tempi, l’attrattività che le dimore storiche avrebbero potuto generare in determinate fasce di viaggiatori dal palato fine. Stranieri, per lo più, dai tedeschi agli americani, soprattutto, affascinati dal profumo veneziano delle origini e, non secondaria, dalla vicinanza fisica del luogo alla Laguna. Tutto questo senza rendere il Castello un luogo esclusivo e avulso dal territorio.

Vincenzo Ciani Bassetti è il primo della sua famiglia ad aver tenuto durante il giorno il cancello sempre aperto e a non aver mai negato, quasi sempre gratuitamente, le sale delle barchesse ed il giardino stesso ad eventi culturali promossi dal Comune. Concerti, spettacoli teatrali o di danza, conferenze e presentazioni di vario genere hanno senz’altro contribuito a non far percepire ai cittadini locali il quadrilatero chiuso tra il fossato come luogo altro da sé.

E confermato l’intelligenza del barone nel riconoscere di essere «solo» lo splendido ultimo proprietario di un bene che moralmente è tutt’uno con Roncade da almeno mezzo millennio.

Gianni Favero – da Corriere del Veneto del 7 gennaio 2025