I cancelli eretti nella primavera del 2021 sull’argine sinistro del Musestre, nel tratto subito a sud della Treviso-Mare, sono stati rimossi.
Il Tribunale amministrativo regionale (Tar) del Veneto, con due distinte ordinanze, il 12 settembre scorso, la n. 936/2022 e la n. 938/2022, (rispetto alle quali, alla data di oggi, 2 novembre 2022, non risulta ancora sia stato proposto appello) ha infatti rigettato le domande con cui gli interessati avevano chiesto la sospensione dell’esecuzione di un’ordinanza di rimozione, la n. 46 del 13 maggio 2022, che il Comune di Roncade aveva notificato ai ricorrenti.
La ragione della installazione delle barriere era stata spiegata dai privati come una misura per “proteggere un importante mandorleto posto sull’area di proprietà” della società “che costituisce un’eccellenza per il territorio di Roncade”.
La disciplina degli interventi consentiti sugli argini dei corsi d’acqua ancora oggi è il Regio Decreto n. 523, in particolare l’articolo n. 96.
Di seguito un recente articolo sull’argomento riportato dalla stampa locale (Tribuna di Treviso – 2 agosto 2022).
I privati: “attendiamo il giudizio di merito”
Le parti private hanno ad oggi deciso di ottemperare spontaneamente all’Ordinanza, senza fare ricorso al Consiglio di Stato; ciò, però, senza nulla riconoscere e con l’intenzione di proseguire il giudizio pendente avanti al Tar Veneto, nel merito.
La posizione delle parti private può essere così semplicemente riassunta:
“Le Amministrazioni competenti ci hanno autorizzato – riteniamo correttamente – ad installare i contestati cancelli e ciò non è avvenuto attraverso il meccanismo del silenzio assenso, ma con dei provvedimenti espressi e, financo, a seguito di un sopralluogo. Il successivo “cambio di rotta” delle Amministrazioni, con conseguente ordine di rimozione delle installazioni – a nostro giudizio illegittimo – deve quanto meno essere accompagnato dal rimborso delle spese che abbiamo nel frattempo sopportato per la realizzazione dei cancelli e ora per la loro rimozione. Rimozione che abbiamo ritenuto di operare spontaneamente, senza prestare acquiescenza ai provvedimenti amministrativi e giudiziali (peraltro di natura provvisoria), in attesa che il TAR Veneto possa pronunciarsi, in modo definitivo, nel merito della vicenda.
Ci vediamo dunque costretti a continuare il percorso intrapreso, per affermare la correttezza di quanto fatto o, quanto meno, al fine di ottenere il risarcimento dei danni sofferti”.
Avv. Antonio Pavan