Razzi che partono per posizionare in orbita satelliti destinati a funzioni diverse, navette lanciate per rifornire stazioni orbitanti, altre che trasportano uomini che diano il cambio a chi viva lassù già da parecchio. Il traffico spaziale aumenta e dietro ogni viaggio c’è un vettore con un motore da testare e che deve funzionare alla perfezione per il tempo che gli è richiesto.
Il core business di Novaeka, sigla di ingegneria Padova che si occupa dello studio dei sistemi fluidici complessi, sta in questo: progettare l’impianto da utilizzare per provare il motore prima del suo montaggio sul vettore che sarà portato alla base di lancio.
E’ qualcosa talmente di nicchia che è difficile da descrivere e da immaginare.
Per sommi capi, occorre pensare ad un contesto in cui ci siano serbatoi di combustibile a bassissime temperature da somministrare al propulsore in modo da accenderlo e farlo funzionare a determinate potenze per i minuti necessari.
Cioè una questione rispetto alla quale nessun errore è ammesso.
“Eravamo in dieci nel 2022 e siamo in dieci anche oggi. Ma i ricavi – spiega l’amministratore delegato, Marino Moro, di Roncade – sono passati da 670 mila euro ai quasi due milioni attesi alla fine di quest’anno. Semplicemente, siamo cresciuti perché l’azienda è stata riconosciuta nelle sue competenze ed è arrivata tutta una serie di conferme su progetti molto strategici. Le commesse per il 2025 raggiungono già il 70% del fatturato previsto nel 2024 e anche la marginalità ha seguito una traiettoria ascendente e lineare, riflettendo la solidità e la sostenibilità delle nostre operazioni”.
In Italia, area in cui si realizza poco meno dell’80% dei ricavi, Novaeka già non è seconda a nessuno. Ma è dall’estero che iniziano ad arrivare soddisfazioni importanti. Spagna, Francia, presto Regno Unito e senz’altro gli Usa, dove la casa padovana ha collaborato, ad esempio, alla gestione delle sostanze liquide e gassose nella missione Nasa “Artemis 1”, nell’autunno di due anni fa.
Novaeka cresce, insomma, e anche l’attuale assetto societario risalente al 2017, quando fu fondata da quattro giovani usciti dall’incubatore M31, a breve sarà modificato.
“Non posso ancora dire come – prosegue l’ad – ma solo che lo vedremo tra la fine del 2024 e gli inizi del 2025. E avremo anche una sede in più in una regione italiana e, non è escluso, pure in un paese estero europeo”.