Quindici anni fa.
Una battagliera associazione di commercianti (Acer) incontrava ripetutamente coloro che si presentavano come i vertici della società titolare del futuro Outlet, cercando di comprendere cosa ci si sarebbe dovuti attendere, visto che il tempo stava (già allora) trascorrendo in piena opacità.
I manager parlavano di una serie lunghissima di grandi marchi che avrebbero di lì a poco avviato propri spazi di vendita nel grande impianto da poco eretto ma visibilmente inerte, ed escludevano, sia pur confusamente, che la struttura non avrebbe avuto la connotazione di un parco commerciale con il comparto alimentare.
In più si erano avviati confronti per una sinergia che, per il sistema commerciale roncadese, si sarebbe dovuta tradurre in una attivazione di canali di comunicazione “partendo dal presupposto (in parte anche vero) – si legge nell’intervento dell’allora presidente dell’Acer, Francesco Lorenzon – che come marketing le realtà locali sono molto indietro e non coese”.
E’ interessante, tre lustri più tardi, leggere il testo per intero che qui si può prelevare.
E compiere un piccolo esercizio: rispetto a quella analisi cosa è cambiato e cosa è rimasto uguale?