Tra la mezza dozzina di lettere e comunicazioni ricevute in questi giorni, quasi sempre con richiesta di anonimato, in cui viene manifestato un certo stupore per l’attrito sorto tra l’attuale associazione di commercianti Roncade Wiva e l’Amministrazione comunale, riportiamo un testo firmato da Francesco Lorenzon, titolare di uno dei negozi presenti a Roncade da oltre un secolo.
Il mittente è stato presidente della precedente sigla associativa, New Acer, ed ha da tempo ritirato la propria adesione dall’attuale sindacato dei commercianti roncadesi.

Ho letto l’articolo della Tribuna di Treviso del 22 luglio scorso dal titolo “Commercianti contro la giunta” come tutti gli altri che negli ultimi giorni sono stati pubblicati anche su Roncade.it in merito ai contrasti tra l’associazione “Roncade Wiva” e l’Amministrazione comunale, e credo sia il caso di fare un po’ di considerazioni.
Le associazioni dei commercianti che per decenni si sono alternate a Roncade, spesso con lunghe pause tra l’una e l’altra, non hanno mai preteso di rappresentare tutti gli imprenditori di questo settore perché, in effetti, non c’è stata mai la totalità di adesioni.
Nonostante ciò, erano sigle di riferimento in quanto portatrici di interessi di gruppi omogenei e con una definizione chiara che già dal nome Associazione Commercianti ed Esercenti Roncadesi (Acer, a volte con varianti come Acer Cittattiva o New Acer) permetteva una identificazione anche da parte di coloro che non erano formalmente iscritti.
Nei due mandati più felici di Acer cittattiva dei primi anni Duemila, del cui direttivo facevo parte, neppure quando si superarono le 80 adesioni si poteva sostenere di aver raggiunto la totalità dei commercianti ed esercenti attivi.A questo punto è importante porre una distinzione tra un’associazione partecipata da commercianti/esercenti roncadesi e localizzati in un’area specifica e una formata da partite Iva in generale, ossia un mare magnum su un territorio vasto – inedito e, sia chiaro, legittimo – in cui però può starci letteralmente di tutto.
E’, appunto, il caso sigla protagonista dell’attuale conflitto con l’Amministrazione comunale, la cui natura sembra avere a che fare solo tangenzialmente con gli interessi specifici del commercio del capoluogo.
Lo voglio sottolineare perché in questi giorni più di una volta mi sono state chieste da clienti entrati nel mio negozio le ragioni per cui “noi commercianti ce l’abbiamo col il sindaco e l’assessore” di reparto, Roberto Silvestri.
Io ho spiegato che (non per primo e neppure per ultimo) ho abbandonato da tempo Roncade Wiva a causa della scelta di un modus agendi in cui non mi sento rappresentato e nel quale ritengo non si riconosca affatto la totalità del commercio roncadese.Sotto il portico al quale da 115 anni si affaccia il mio negozio, ad esempio, operano attualmente otto attività di cui solo due fanno parte dell’associazione mentre, mi si dice, alla stessa siano iscritte aziende manifatturiere in zona industriale.
Naturalmente chiunque ne abbia voglia e titolo ha il diritto di costituire l’associazione che desidera, dai Terrapiattisti agli Amici dell’Ossobuco.
Il punto è che Roncade Wiva, nel cui logo peraltro non ne compare alcun riferimento esplicito, sta coinvolgendo nelle sue diatribe l’intero commercio roncadese.
Alla luce della mia personale esperienza in tutte le precedenti esperienze, mi sembra semplicemente demenziale constatare come la sigla vada a cercare ogni pretesto per scendere sul piede di guerra e polemizzare con l’unica Amministrazione comunale che oggettivamente ha teso la mano e fatto qualcosa di concreto per noi commercianti roncadesi.Se vogliamo parlare dei parcheggi e il loro recupero, che sembrano il vulnus alla base dell’acrimonia verso la giunta, ricordo che per due anni avevo messo in guardia i miei colleghi e associati su quanto la precedente Amministrazione prevedeva di fare, mostrando loro i vari progetti e promuovendo dialoghi con vertici comunali purtroppo sordi e che hanno tirato dritto.
Ma non ricordo contributi determinanti, e nemmeno la presenza alle riunioni, di molti fra coloro che ora compaiono tra i più aggressivi ma che, allora, si limitarono ad indignarsi a fatti compiuti.E’ vero: la nuova Amministrazione comunale, nella persona del sindaco, aveva promesso che alla diminuzione degli stalli dovuta al suo predecessore avrebbe posto rimedio. Forse è stato troppo ottimista nei tempi, ma la burocrazia deve seguire il proprio corso e non dimentichiamo il contraccolpo subito da quel comparto con la scomparsa del suo responsabile principale.
Imporre ultimatum e dettare tempi al sindaco lo trovo controproducente, oltre che poco elegante, e la cosa da cui più prendo le distanze – particolarmente indigesta – sono le parole usate nei confronti dell’assessore Silvestri il quale, in quest’ultimo anno, contrariamente a quanto sostenuto da Roncade Wiva è stato presente e disponibile, pure ingoiando parecchi rospi su attacchi personali al limite della maleducazione: gli è stato mancato di rispetto per il ruolo che occupa e per la persona che è.