Selfie con la morosa

Non è una cosa semplice da spiegarsi ma, in base alle statistiche sulle pagine visitate in questo sito, pochi altri argomenti cittadini paiono appassionare come le luminarie natalizie.
Non è un fatto nuovo: un aspetto gioioso delle strade del paese è da sempre ciò che il mondo del commercio chiede e sul quale sono sempre nate discussioni anche accese.
A Roncade e altrove, sia chiaro. E questo sì è piuttosto immediato comprenderlo: un clima festoso trasmette l’idea che tutto vada per il meglio e che, dunque, non ci sia niente di male nel concedersi comportamenti rilassati e qualche acquisto voluttuario in più.

L’ingrediente nuovo di quest’anno è la spesa affrontata dal Comune per rinnovare il set di luci e decorazioni, pari a 36.700 euro comprensivi di Iva, installazione e smontaggio (queste due sono le uniche voci che, negli anni a venire, si riproporranno).

Non sono pochi soldi se confrontati ai budget assegnati a tanti altri soggetti destinatari di contributi impegnati nelle attività più varie. Si pensi, ad esempio, alle associazioni che funzionano grazie alla gratuita e libera disponibilità di cittadini comuni, da quelle sportive a quelle culturali o ricreative in genere. Sono realtà fondamentali per tenere aggregate parti di tessuto sociale eppure boccheggiano raccogliendo pezzi da 50 euro tra sponsor polverizzati.
E 36.700 euro non sono pochi neanche se posti accanto ad altre voci previste dal bilancio comunale per supportare nuclei familiari o singole persone in stato di fragilità economica, come non mancano di far notare interventi sulle piattaforme social.

Chi ha ragione? Come spesso accade, tutti e nessuno.
Una cosa che sia soltanto bella da vedere è automaticamente del tutto inutile? Dov’è il punto in cui il superfluo diventa spreco?
Facciamo un esempio restando sulle luminarie: sono classificabili come spreco di risorse le mille volte più esuberanti decorazioni luminose anche nei più piccoli paesi del Mezzogiorno quando è proprio questa la parte d’Italia in cui l’incidenza di povertà materiale è maggiore?
Cambiando dimensione e spostando il ragionamento all’estremo, sarebbe forse meglio destinare ai clochard parigini i soldi che occorrono per illuminare tutto l’anno la Torre Eiffel?

Nell’impossibilità di trovare un punto di equilibrio accettabile qualcuno deve comunque decidere, e decidere tocca a chi fa politica perché è a questo che serve la politica.
Chi fa politica sta lì anche per incassare le insolenze online (di persona quasi nessuno va a trovare il sindaco) dai residenti di via Girolamo Rossi irritati dal fatto che il marciapiede di via Filiberto Bianchi viene aggiustato prima.
Chi fa politica lo paghiamo anche per essere spernacchiato, pure a posteriori, per il coraggio (è stato un errore per scelta dei tempi e per atteggiamenti personali, ma di autentico coraggio e di onesta lungimiranza si è trattato. Non si regredisca, per carità, su questo) di aver cancellato venti posti auto e raddoppiato le piste ciclabili.
Oppure, appunto, chi fa politica sa bene di poter essere accusato di spendere troppo per memorabili installazioni natalizie di inizio mandato. Magari dagli stessi che, a Treviso, passando sul ponte dei Buranelli, fanno “oh” e poi il selfie con la morosa.

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