Da dove nasce la struttura nota come Outlet di Roncade, che Outlet non è mai stato, che oggi si chiama l’Arsenale e di cui in questi giorni si parla in seguito alla notizia dell’ennesimo passaggio di proprietà?
Vediamolo in una serie di puntate, con la massima sintesi possibile. Raccogliere tutto in un unico servizio richiederebbe una lettura lunghissima.
Bisogna tornare indietro di 25 anni.
Il Piano regolatore di Roncade del 1999 già individuava l’area in cui poi sarebbe sorta la struttura come direzionale-commerciale, rilasciando, tra il 2002 e l’aprile del 2004, otto autorizzazioni commerciali, sette per strutture di vendita medie e una per una grande. Questo, per capirci, nell’ultima fase dell’amministrazione retta da Ivano Sartor.
La legge regionale, faceva presente il Comune in una nota di maggio 2006, “prevede che le autorizzazioni per le grandi strutture di vendita, come i parchi commerciali, debbano essere rilasciate dai singoli Comuni previo parere favorevole vincolante della Conferenza dei Servizi, di cui fanno parte il Comune interessato, Provincia e Regione. Pertanto, la domanda di factory outlet pervenuta al Comune di Roncade ai primi di maggio verrà discussa ed eventualmente approvata in sede di Conferenza dei Servizi. Così impone la legge”.
Senza dimenticare di annotare un altro punto: “l’outlet è un insediamento commerciale costituito da un insieme di negozi dove è possibile acquistare prodotti di marca a prezzi ribassati (si tratta dell’invenduto e del fuori serie di note firme). Ovviamente l’alimentare – evidenziava il sindaco di allora, Simonetta Rubinato – non è contemplato”.
Il 23 settembre 2006 il Comune esce con una nuova nota: “La proposta di factory outlet pervenuta all’amministrazione di Roncade sarà valutata da una Conferenza dei Servizi, a cui partecipano Provincia di Treviso, Regione Veneto e lo stesso Comune di Roncade, in cui si deciderà se respingerla o meno. Riteniamo, anche dopo il confronto avuto con le rappresentanze dei commercianti locali e con l’Ascom di Treviso, preferibile per lo sviluppo locale l’outlet al parco commerciale, nel rispetto delle condizioni già espresse di investimenti a favore del territorio e a supporto anche delle attività commerciali locali”.
Cinque giorni dopo, il 28 settembre avvengono due eventi paralleli e fisicamente lontani: c’è una conferenza dei servizi in cui l’Amministrazione comunale roncadese e la Provincia di Treviso esprimono il loro parere favorevole, battendo il voto contrario, invece, della Regione Veneto.
Contemporaneamente un vertice del tutto simile dà l’ok ad un progetto avanzato su una superficie di 3.950 mila metri quadrati a Noventa di Piave (Venezia), corteggiata dallo stesso designer dell’outlet del Mugello, cioè Mc Arthur.
Già, perché teniamo presente che nel 2006 l’Outlet di Noventa ancora non esiste.
Ma due strutture della stessa natura così vicine non si possano realizzare. A vietarlo c’è una legge regionale, la n.15 del 2004, che pone come distanza minima un raggio di 100 km, cioè almeno cinque volte lo spazio che divide Roncade da Noventa di Piave. Ed è qui anche il motivo del pollice verso della Regione Veneto.
Lefim, la società proprietaria della struttura (gruppo Basso), lascia intanto filtrare che il suo progetto si compone di un insieme di 37 negozi che saranno distribuiti alle società commerciali interessate da un soggetto non ancora individuato.
“Di fronte ai timori espressi dai commercianti della zona di Roncade – garantisce inoltre Lefim – vogliamo offrire le massime rassicurazioni perché non vi saranno sovrapposizioni tra generi merceologici e, soprattutto, la capacità della nostra struttura di attrarre clientela anche da zona lontane non potrà che indurre ricadute positive sui negozi del vicino centro storico”.
(1 – continua)