Meno debiti per il Comune di Roncade, esattamente per 759 mila euro, relativi ad alcuni mutui in scadenza tra il 2027 ed il 2029 che saranno estinti in anticipo.
Lo ha deciso il Consiglio comunale di ieri, 30 settembre, scegliendo le esposizioni da ripianare prima del tempo tra quelle con i maggiori tassi di interesse.
In questo modo si potranno risparmiare nel biennio circa 60 mila euro, pur a fronte di una penale di 20 mila,
L’operazione, è stato spiegato, sarà interamente coperta dall’avanzo di amministrazione, implicando tuttavia la riduzione del margine di manovra sul finanziamento di alcune opere pubbliche.
Tra le voci di quelle che dovranno aspettare, figura un parcheggio inizialmente previsto nell’area della vecchia via Pozzetto. “Questo – ha precisato tuttavia il sindaco, Marco Donadel – anche per un ragionamento più ampio sull’area e considerazioni collegate al trasporto pubblico”.
Espressione, quest’ultima, lasciata sul vago ma che, considerata la contiguità della zona con il punto più estremo della rete di Mobilità di Marca (Mom) a Silea, lascia intendere l’esistenza di un dialogo con le società di autotrasporto pubblico (Mom, appunto, e Atvo), per una variazione delle aree di competenza a vantaggio della clientela roncadese.
L’intervento sul debito, comunque, non piace alla minoranza che ha espresso voto contrario.
Pollice verso dell’opposizione anche su una successiva questione, un tantino bizantina, connessa all’inclusione di Fondazione Città di Roncade nel “Gruppo di amministrazione pubblica” (Gap), vale a dire l’insieme delle società partecipate o controllate dal Comune i cui conti contribuiscono a comporre il suo bilancio consolidato. Negli anni precedenti questo non avveniva, a quanto pare per una serie di balbettamenti interpretativi sulle normative. Ora, con il provvedimento del Consiglio, il quadro pare essere sanato.
Chi ha pazienza può andarsi a leggere, ad esempio, un parere della Corte dei Conti della Lombardia inviato ad un Comune che chiedeva lumi in materia, prelevabile qui.
Tra le righe si fa cenno ad un Decreto ministeriale dell’11 agosto 2017 nel quale vengono fatti ricomprendere nel Gap gli “enti strumentali dell’amministrazione pubblica capogruppo, intesi come soggetti, pubblici o privati, dotati di personalità giuridica e autonomia contabile. A titolo esemplificativo e non esaustivo, rientrano in tale categoria le aziende speciali, gli enti autonomi, i consorzi, le fondazioni”.
Argomento noioso.
Il voto contrario, motivato da Viviane Moro con un intervento un tantino intricato, più che a dubbi tecnici pare piuttosto essere legato al sospetto che nella manovra posta in discussione si mimetizzino intenzioni di maggiore controllo municipale sulla gestione della Fondazione (nel cui Consiglio di amministrazione tre membri su quattro sono comunque di nomina comunale).