Piazze e plateatici, la possibile convivenza

Piazze e plateatici, Roncade non è Treviso e non paiono profilarsi nemmeno lontanamente i conflitti tra residenti e gestori di pubblici esercizi, con tanto di strascichi giudiziari, di cui si legge da qualche settimana sui quotidiani.
Primo perché i residenti nel nostro centro storico sono veramente pochi, secondo perché anche i bar che rimangono aperti fino a tarda ora si contengono in musiche ad alto volume e schiamazzi. Qualcosa si potrebbe dire su motociclisti privi di altri elementi, se non la propria marmitta, per richiamare un po’ di attenzione, ma qui sorvoliamo.

E’ di giorno, casomai, che i plateatici a Roncade recano qualche noia, e basterebbe anche qui un po’ di – come si dice – “creanza” di gestori e clienti.
Stiamo parlando delle aree di somministrazione ricavate sotto il portico. La dilatazione di tavolini, sedie e sgabelli arriva spesso ad ostruire quasi del tutto il passaggio di chi cammina, soprattutto se questi sia uno dei sempre più numerosi abitanti anziani costretti a muoversi con deambulatori o ad essere spinti su carrozzine. Lo stesso vale per chi abbia bambini sui passeggini: di fronte a spritz e cappuccini lo “sguardo largo” si paralizza, il mondo attorno è dimenticato, non si muove una sedia.

C’è poi un altro comportamento che un tantino sorprende e che riguarda anche chi soltanto passeggi per conto proprio. Superare un assembramento di ragazzi in piedi con un calice in mano ormai richiede controlli doganali, è necessario chiedere permesso, vieni squadrato dalla testa ai piedi come un intruso che esiga di attraversare un’area riservata. Uno spontaneo passo di lato per lasciar passare non pare essere nelle corde native di educazione di una certa fascia d’età.
In questo, ovviamente, i baristi non hanno colpa, è un argomento legato all’epoca sul quale si potrebbe discutere (inutilmente) all’infinito.

Ad ogni modo qualcosa di nuovo c’è nel panorama urbano.
E’ immateriale ma significativo, bastava poco e lo si è trascurato per anni: la luce nuova nella piazza del municipio.
Non si sa se il messaggio sia voluto o casuale, ma i simboli hanno un potere di cui è sempre bene tener conto.
Di notte il rettangolo ondulato non è più quel buco nero che mette soggezione ma un’area rischiarata finalmente di un alone caldo di led e che potrebbe riempirsi di gente al solo apparire, ad esempio, di un carrettino di gelataio.