Tu chiamale se vuoi

E’ ancora presto per vedere provvedimenti reali in più direzioni ma il primo effetto benefico della nuova amministrazione comunale, ad un mese dall’insediamento, è evidente e palpabile: nessuno alza più i toni sulla mancanza di parcheggi.

Le flessioni di fatturato paventate da una fitta serie di esercenti per la riduzione degli stalli disponibili decisa dai precedenti inquilini del Municipio sono diventate sostenibili.
Le serrande che dovevano abbassarsi si sono rialzate sotto altri gestori, addirittura per accogliere nuova clientela certi plateatici si sono allargati fino alle soglie dell’asfalto.
Nelle laterali di via Roma non è più inciampato nessuno (ma sarà perché non c’è stato ghiaccio), ci fosse una stazione ferroviaria i treni sarebbero sempre in perfetto orario, comunque a farlo ci sono le corriere.

Amenità a parte, ecco cosa viene da pensare: quando c’è una insoddisfazione diffusa anche le nuvolette in transito sembrano uragani in avvicinamento e così le espressioni di malcontento per un problema di posti auto non sono state che una delle leve conclusive – numeri alla mano la più inconsistente – con cui si è scardinato il precedente assetto amministrativo.
Quello nuovo saggiamente si limita a lasciar fare.
Contenti i negozianti per il cambio di stagione e per il fatto che, codice della strada o no, alle auto viene tacitamente consentito di stazionare anche dove non ci sono rettangoli disegnati, si respira aria di primavera e questo basta e avanza perché inebria.
Tutti rasserenati anche nella tormentata Biancade dei lavori infinitamente in corso.
Si sa che tra un anno più o meno via Roma dovrà essere nuovamente sezionata per mettere mano ad acquedotto e rete fognaria, e si riparlerà allora di viabilità e aree di sosta.
Ma, ottenuto ciò che politicamente si sperava, ogni bottega affronterà stoicamente mesi di gramaglie economiche senza bardarsi di tetre fasce viola perché l’umore adesso è roseo scintillante.

Niente di strano. Anche le borse registrano spesso straordinari picchi in alto o in basso sulla scia di fattori squisitamente emotivi.
Figuriamoci una piazza di paese.