Cappuccetto Rosso e la fantapolitica

Per un attimo di perdita di controllo mi sono lasciato andare nel replicare su Facebook ad un lettore che, relativamente alle ultime elezioni amministrative di Roncade, ha ricostruito – a suo dire in modo inoppugnabile – una meccanismo di appoggi occulti di un partito verso l’altro allo scopo di far perdere il terzo.
Sì, lo sapevo. Era una causa persa dall’inizio, la discussione non andava nemmeno tentata. E infatti, come previsto, ci si è soltanto impantanati.

Al di là del merito e dell’innata arguzia del lettore, qual è il suo errore originario?
Quello, appunto, di aver assunto come capisaldi del suo ragionamento – guarda caso – due o tre interventi ricavati sempre da Facebook. I quali, se si chiamano “post” e non “articoli” un motivo c’è: sono liberi, legittimi entro larghissimi ambiti e svincolati da ogni obbligo di verifica (di riconducibilità univoca all’autore, di tutela della fonte eccetera).

L’operazione compiuta dal lettore è comunissima, appartiene al genere che dà sempre soddisfazione perché lo schema logico adottato produce l’illusione di veder convalidata la propria teoria preconcetta.
Quale? Questo: se Tizio, per certe sue posizioni su un singolo determinato argomento, ha l’approvazione di Caio, che è rappresentante del partito X, e se Tizio, a Roncade, dice di voler votare per il partito Y, allora tutti gli elettori del partito X lo saranno pure del partito Y.

Equivale a dire che tutti i lupi sono ghiotti di nonne perché quello più famoso del mondo se n’è mangiata una in un solo boccone: l’aderenza al reale della maggioranza di ciò che si pubblica sui social non è diversa da quella dei Fratelli Grimm (o di Charles Perrault, a seconda delle versioni).

I social sono sorgenti molto utili di spunti, spesso interessanti. Proiettano una luce su fatti che altrimenti sarebbero rimasti in ombra. A patto che, almeno sulle cose importanti, prima di rilanciarle, se ne cerchi in via diretta un riscontro.

Il lettore di cui parlo, prima di scrivere ciò che ha scritto, ha contattato personalmente il segretario del partito X per chiedergli se abbia per caso dato indicazioni di voto verso il partito Y? La mia verifica compiuta in questo senso dice di no. Eppure trovare un numero di telefono, anche per chi non abbia esperienze investigative, in un luogo circoscritto come Roncade è questione di un minuto.
Lo so, agire così rischia di smontare un’immagine delle cose di cui ci si è invaghiti. Ma solo così si è seri.

Una preghiera che rivolgo a tutti i roncadesi, me compreso: non sputacchiamo in rete pseudoinformazioni insulse come fossimo al mercato, perché le chiacchiere di piazza volano via, le altre mai.

Gianni Favero

N.B. Eventuali commenti ragionati e firmati inviati per e-mail saranno riprodotti integralmente su Roncade.it, a meno di diversa indicazione.