L’ultima volta fu sabato 17 maggio 2014 in uno spazio reso disponibile dalla Tenuta “San Tomè”, a Biancade. Sul palco si confrontarono i candidati Pieranna Zottarelli, Ivano Sartor, Boris Mascia e Andrea Fuga su un menu di sette domande alle quali rispondere in tre minuti.
Fu l’ultimo dibattito pubblico dal vivo tra candidati sindaco, un’iniziativa che oggi viene riproposta – ma si tratta di capire se ve ne sarà il tempo, vista la vicinanza con la scadenza elettorale – da Paolo Giacometti, presidente della Pro Loco, e dallo stesso Fuga, in veste questa volta di comune elettore.
In attesa di sviluppi, ripercorriamo brevemente i tratti delle precedenti esperienze.
Il primo confronto risale al 7 giugno 2004, i concorrenti sono Simonetta Rubinato e Gianni Rachello e lo scenario è l’auditorium della scuola media. Partecipano 350 persone, i candidati hanno dai tre a ai cinque minuti di tempo per rispondere a 12 domande più altre cinque dalla platea.
L’evento dura dalle 21,10 alle 23,40, la trascrizione del dibattito dice che Rachello ha usato 550 parole, Rubinato 11.500.
Il 30 maggio 2009 la situazione è kafkiana. I candidati sono quattro, ossia l’uscente Rubinato, Guido Zerbinati (centrodestra), Guendalina Crosato (con una lista civica chiamata “Il valore del cittadino”) ed Emilio Natale (“Sinistra per Roncade”).
Il percorso di avvicinamento alla data si incaglia, Zerbinati e Crosato chiedono di conoscere in anticipo le domande ponendo come termine le ore 15 del 25 maggio. Richiesta ovviamente respinta. Natale subordina la propria partecipazione alla presenza di tutti gli altri. Risultato: sul palco arriva solo Rubinato e, a quel punto, venendo meno gli obblighi di simmetria e contingentamento dei tempi, il format cambia. L’interlocutore è uno solo ma a fargli le domande sono più cittadini, cinque, saliti assieme a lei sempre sullo spazio dell’auditorium.
L’ultima volta, nel 2014, formalmente tutto va bene bene ma nella sostanza l’individuazione di uno spazio idoneo è una autentica battaglia.
Per ragioni difficili da mettere a fuoco sembra che chiunque disponga di luoghi adeguati debba porsi di traverso. L’auditorium d’un tratto viene limitato ad una capienza di soli 100 posti, giungono risposte assurde come quella del comitato di gestione della sala parrocchiale di Biancade. Dicono che la struttura non viene mai concessa per questioni politiche e a nulla vale spiegare che di politico non c’era proprio niente, dato che ogni parte sarebbe rappresentata in modo identico e dunque il servizio alla cittadinanza è squisitamente informativo. Tutto inutile, ottuse disposizioni superiori.
Perciò cinque anni dopo Roncade.it, sempre gratuito promotore degli eventi, lascia perdere. Ciucciar el musso pa’ i ferri, per dirla alla veneta, è masochismo.
E stavolta? Il patto è chiaro. Fermo restando che coordinare una tavola rotonda è un lavoro alla portata di chiunque o quasi, noi siamo disponibili – non potrebbe essere altrimenti, il momento ha un valore giornalistico, cioè in sintonia con quello che facciamo dal 1999 – se tutta la procedura logistica e di pacifica accettazione dei candidati (oltre che di assicurazione di compostezza in sala, visti alcuni recenti episodi di nervosismo) sarà svolta da altri.
Aspettiamo.