Data: sabato 2 settembre 2023
– Buongiorno, per cortesia mi occorre una marca da bollo da 2 euro
– Certo, faccio subito
Intanto cerco nelle tasche qualche spicciolo. Un euro e 70, non ci arrivo. Guardo nel portafogli. Una banconota da 50 euro. Opto per il bancomat e lo porgo al tabaccaio
– Mi dispiace, solo contanti
Gli mostro il denaro contante che ho. Prende la banconota da 50 euro e mi dà il resto.
Chiedo
– Ma per i valori bollati è obbligatorio il contante?
– No ma con il bancomat ci rimetto
E parte la solita sequela delle commissioni, del ladrocinio degli istituti di credito, eccetera. Replico
– Mi sembra che lei debba accettarlo comunque
– Vuole che le dica che il Pos è rotto? Piuttosto non le vendo la marca da bollo
Il Pos non è rotto perché il cliente precedente ha usato il Bancomat
– Mi sta dicendo che preferisce negarmi il diritto di usare la moneta elettronica perché su due euro ci rimetterebbe?
– Si, le commissioni delle banche … finché in Italia … le tasse… e invece all’estero … (eccetera)
– Rimane il fatto che i rapporti tra lei e la sua banca non riguardano me. Posso anche capire ma lei non può negare l’uso del Pos (peraltro su un valore bollato per la cui vendita è necessaria l’autorizzazione dell’Intendenza di finanza)
– Arrivederci (spallucce)
– Arrivederci (difficile)
A casa allora prendo Google e verifico. Su una marca da bollo il guadagno del venditore è del 5%. La commissione massima applicata dalle banche su una transazione Pos è dello 0,7% ma recentemente quasi tutte le banche l’hanno annullata per acquisti inferiori a 10 euro (o anche di più, esempio 30 per Banco Bpm, Intesa e altre).
E comunque dal giugno scorso anche per i rivenditori di valori bollati il Pos è obbligatorio a tutti gli effetti.
Allora? Se il tabacchino non ci rimette (e non ci rimette perché il margine sulla marca da bollo rimarrebbe sempre comunque del 4% abbondante) e se, a prescindere da questo, egli viola consapevolmente un obbligo sapendo che il cliente ci impiegherebbe 10 secondi a chiamare la Guardia di Finanza, perché corre questo rischio?
L’unica conclusione è che l’intrepido esercente lo faccia per sollevare una questione. Attraverso il disagio arrecato ad uno sconosciuto qualsiasi, cioè, egli vuole che si parli forte e alto del suo problema (come le commissioni bancarie fossero un problema solo suo e come se ciascuno di noi non avesse per proprio conto più di qualcosa da eccepire sulle banche. Vabbè).
Eccolo accontentato.
Farebbe tuttavia bene tenere a mente che:
1) il suo gesto è sleale verso i suoi colleghi delle altre tabaccherie che, responsabilmente e doverosamente, il Bancomat lo accettano;
2) una legge potrà pure essere considerata sbagliata ma non la si può disapplicare. La si può far cambiare: i parlamentari che abbiamo eletto e che paghiamo bene a questo servono. Ma finché la legge è in vigore la si rispetta;
3) il mancato guadagno su una marca da bollo da 2 euro pagata con il Pos è pari a meno di 2 centesimi e, infine,
4) proprio non tutti quelli che entrano nel suo negozio appartengono necessariamente al venetissimo partito del mi no vao combatar.