Ricordate la questione dei cancelli eretti nel 2021 sull’argine del Musestre, oggetto di un’interrogazione consiliare, il 28 giugno di quell’anno, del gruppo di minoranza “Facciamo strada – Lega”?
Il tema è ritornato nella seduta del 28 luglio scorso, sempre attraverso un’istanza da parte dello stesso schieramento di opposizione volta a conoscere l’epilogo della vicenda e la presenza di eventuali casi simili di ostruzione, da parte di soggetti privati, delle sponde del fiume.
La risposta è stata data dal sindaco, Pieranna Zottarelli, dopo una ricognizione svolta dal “responsabile del settore edilizia e attività produttiva”.
I manufatti contestati due anni fa, al termine di un articolato contenzioso giudiziario, sono stati rimossi “tranne che per i pilastri – ha aggiunto il sindaco – che saranno oggetto di altra procedura demolitoria”.
Per quanto riguarda il resto, è stata resa nota l’esistenza di “un’altra segnalazione certificata di inizio attività relativa alla recinzione realizzata su muro di contenimento esistente posto sull’argine del fiume Musestre in località Musestre. Anche in questo caso – ha riferito Zottarelli – è stata emessa l’ordinanza numero 20 di demolizione e le opere abusive sono state parzialmente rimosse. Per le rimanenti parti verrà attuata la nuova procedura demolitoria nel rispetto dell’ordinanza emessa. L’ufficio non è a conoscenza di altre attività edilizie lungo gli alvei fluviali. Ad oggi – ha concluso – né il genio Civile né il Consorzio di Bonifica e relativi agenti sorveglianti di zona hanno segnalato altri manufatti illegittimi e/o abusivi”.
Affermazione, quest’ultima, che non pare tuttavia del tutto condivisa dai firmatari dell’interrogazione, secondo i quali “dalle segnalazioni dei cittadini risulta ci sia più di qualche ostacolo lungo il corso d’acqua nel territorio di Roncade”.
Da qui l’invito del sindaco a segnalare in via ufficiale la loro presenza agli uffici comunali.
Al termine di tutto ciò vanno ricordati due punti fondamentali.
Il primo è che non esiste un diritto in via assoluta riconosciuto a chiunque di muoversi, anche soltanto a piedi, lungo gli argini (lo possono fare solo pescatori e cacciatori in virtù di licenze sulle quali ci sarebbe molto da discutere. Ma sono diritti riconosciuti e qui per il momento occorre fermarsi).
Il secondo tema da tenere a mente, soprattutto, è che pure il diritto di ciascuno di proteggere con qualsiasi mezzo la proprietà privata non è assoluto. Se, come nei casi di cui si è parlato, essa è percepita come “vulnerabile” perché a ridosso di un argine, l’interesse della cittadinanza a vedere assicurata la percorribilità dell’argine stesso in casi in cui siano necessari interventi di manutenzione e di protezione civile è più importante.
Perciò le ordinanze di rimozione degli ostacoli sono le uniche scelte che il Comune poteva adottare. Se alla base degli interventi contestati ci siano state incomprensioni tra privati e uffici municipali (quelle che hanno dato luogo ai confronti in sede giudiziaria) questo è secondario e non attiene alla sfera dell’interesse collettivo.