Suinal quadruplica, cittadini e Comune reagiscono

A circa mezzo chilometro dal fiume Sile e a meno di due km e mezzo in linea d’aria dal Campus di H-Farm, sorge l’azienda Suinal di Luigi Merlo di via Principe, a Bagaggiolo di Roncade, che punta a quadruplicareil suo potenziale.

Da 1270 posti scrofa la Suinal passerà ad ospitare fino a 5428 animali, con relativi suinetti. Un ampliamento mastodontico in un territorio già provato da altre realtà simili che non pochi problemi olfattivi hanno dato agli abitanti. Questi, a discapito di ogni evidenza, non sono però i problemi maggiori ricadenti sul territorio. I paventati rischi per salute e inquinamento di terreni e falde sembrano tuttavia rientrare nei limiti di legge.

L’ampliamento della porcilaia prevede più di 23.500 mq. in aggiunta all’attuale dimensione del centro zootecnico.

Luigi Merlo è forte del nulla osta relativo alle Valutazioni di Impatto e di Incidenza Ambientali per il suo nuovo allevamento suinicolo. Sono stati analizzati atmosfera, ambiente idrico, suolo e sottosuolo, rumore, vegetazione, flora, fauna, ecosistemi, paesaggio, inquinamento luminoso, movimentazione dei mezzi, viabilità, componente socio-economica, salute pubblica.

E poi l’azienda creerà nuovi posti di lavoro.

La notizia appare nella prima pagina del sito comunale con l’invito pubblico a partecipare alla presentazione della VIA e del progetto che si terrà martedì prossimo in sala consiliare, in attesa delle osservazioni scritte che dovranno pervenire entro 30 giorni.

Bene, si dirà, potrà essere registrata almeno l’indignazione della cittadinanza, che accorrerà in massa per protestare. Sfortunatamente l’appuntamento è stato fissato alle 9,30 di un giorno feriale per indisponibilità dei proprietari a partecipare di sera.

E la beffa sembra aggiungersi al danno, secondo molti cittadini già intervenuti nella pagina Facebook del Comune.

“Come le riunioni di condominio fatte in orario scomodissimo perché si preferisce non ci sia nessuno” è il commento di Matteo Vidi, mentre Giorgia Pasini lamenta la sua delusione “Ma in che tempi stiamo vivendo? In quelli dove la sostenibilità dovrebbe essere posta in primo piano, sempre, oppure siamo rimasti agli anni ’70?”, mentre Elisa Visentin pone un’ironica, amara domanda. “Gli allevamenti intensivi, si sa, sono il futuro per la salvaguardia del pianeta… Possiamo averne ancora?”

L’attivista Fabio Tullio è sbalordito e infuriato. “Oltre 5mila suini confinati in un allevamento producono inquinamento da ammoniaca pari ad una popolazione di circa 12.000 abitanti, cioè quasi come l’intero comune di Roncade. Il fiume Vallio versa in condizioni critiche proprio per gli sversamenti di sostanze spesso provenienti dalla porcilaia di Spercenigo. Gli allevamenti intensivi sono tra i maggiori responsabili dei gas effetto serra. Il 75% delle malattie emergenti è di origine zoonotica…Invece dagli amministratori arrivano solo frasi come ‘Eh, ma è una legittima richiesta del privato’ oppure ‘Non è consumo del suolo, siamo inattaccabili’. Ci vuole coraggio, tanto, per trattare così un territorio ormai già compromesso…”

In definitiva la puzza pare sia il problema minore, quando si parla di grandi attività produttive zootecniche.

Meno male che a 400 metri dalla porcilaia sorge la Madonna della Salute, chiesetta garantista.

Aldina Vincenzi – da Il Gazzettino di Treviso – 4 novembre 2022


La Tribuna di Treviso – 4 novembre 2022