Cercare
di capire la politica roncadese osservandola solo dall'interno probabilmente è un limite
perché non tutti i ragionamenti potrebbero trarre origine da un sistema locale e isolato.
Per spiegare l'inspiegabile, perciò, forse è meglio provare a passare da una visione
dell'universo tolemaica ad una copernicana, osando qualche ipotesi di spazio vasto,
naturalmente con la disponibilità a correggerla e ad essere smentiti.
L'inspiegabile, visto da Roncade, è perché
un sindaco-parlamentare del Pd, non rieleggibile, si stia battendo per formare una futura
squadra amministrativa in cui il Pd risulterebbe mortificato, se non proprio minoritario.
In ogni caso molto diluito, senza alcuna apparente necessità, fra presenze riferibili a
partiti di centrodestra (Fi, Lega, Udc). |

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Se si vuole ragionare solo dall'interno e
vedere la Terra ferma ed il Sole che ci gira attorno si può anche accogliere come
esauriente la concezione di civismo data dal cripto-documento
prodotto dai suoi collaboratori. Prendere cioè per buono un disegno che prefigura la
convivenza non di forze politiche avversarie ma di persone di sensibilità
differenti, senza tener conto dei partiti che quegli stessi portatori di
sensibilità hanno, spesso ufficialmente, alle spalle.
Se questa impostazione è ritenuta ragionevole e sufficiente, allora a chi ne sia convinto
può bastare.
Ma se da uno spazio vasto, di respiro, poniamo, regionale, si guarda a Roncade come ad uno
dei molti pianeti di un sistema complesso, la lettura del progetto-Rubinato può assumere
improvvisamente altri significati.
Ammettiamo che il sindaco uscente, nel 2015, voglia tentare di contendere la presidenza
della Regione a Luca Zaia.
Ammettiamo che, per far questo, ritenga di poter contare:
a) su una fragilità attuale della componente leghista che fa riferimento a Zaia
b) su una formula che aggreghi, in funzione anti-Zaia, segmenti del centrosinistra (Pd) e
del centrodestra (esempio i settori filo-Tosi della Lega, le frange berlusconiane non più
sintoniche con l'alleanza di Palazzo Balbi, le sacrestie centriste che in Veneto non
mancano mai).
Quale miglior credenziale vi sarebbe, per Rubinato, in vista di una propria candidatura,
della dimostrazione di aver concretizzato con successo nel suo comune-laboratorio, un
prototipo politico di questo stampo?
E se magari una formula del genere, costruita con la pazienza delle formiche dal suo
stratega-segretario-vicerè-aspirante statista, fosse in elaborazione in qualche altro
Comune della zona?
A meno di essere accecati da un abbaglio, come detto, il Sistema Solare, si vede meglio da
una sonda orbitante esterna.
Certo, se questo schema ripetiamolo, grossolano e perfettamente smentibile dagli
interessati in due minuti fosse verosimile, ecco che i sani principi di civismo
richiamati nel cripto-documento apparirebbero subito poca cosa. Una quinta di cartapesta
che nasconde macchine belliche.
Roncade, così, andrebbe interpretata come una specie di base militare sperimentale per le
ambizioni del sindaco uscente di contendere a Zaia il suo ufficio in Canal Grande.
Tutto legittimo, naturalmente, e alla fine nulla di così
straordinario. (La politica è purtroppo una cosa trasparente solo per gli ingenui. La
vera bravura del politico sta nel divaricare i principi dichiarati dalle intenzioni
segrete e dormire bene la notte).
Rimarrebbe infine a ciascuno dei Rubinson arruolati, presenti e futuri, decidere se
sentirsi cavia o pioniere. |