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Le riflessioni di Giacometti
sui Dico sono semplicistiche e tristi.
Specchio di un centrosinistra incerto nel suo segmento centrale |
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18 marzo 2007 Egregio
Direttore, mi permetto di scrivere qualche mio pensiero in merito a quanto letto nel suo
sito quale riflessione di un Consigliere
Comunale riferito agli interventi della Chiesa nella vita politica del nostro
paese.
Largomento in questione, i DICO, è un argomento delicato, di
forte impatto sociale, di difficile anche comprensione, non tanto per il suo fine quanto
per la celerità dellemanazione di questo provvedimento rientrato tra le priorità
per il paese Italia.
Occorre innanzitutto dire che il nostro Codice Civile ha, al suo
interno, degli articoli che tutelano le coppie di fatto, che liter parlamentare
relativo alle unioni civili risale sin dal 1986 e che si definiscono unioni civili tutte
quelle forme di convivenza fra due persone, legate da vincoli affettivi ed economici, che
non accedono volontariamente allistituto giuridico del matrimonio.
Il Governo Prodi non ha perso tempo; eletto nel giugno 2006, già nel
febbraio 2007 approva un disegno di legge che prevede il riconoscimento delle unioni di
fatto non sotto la denominazione comune di PACS patto civile di solidarietà - ma
bensì di DICO.
Ma veniamo al dunque del discorso in questione
Il Consigliere Comunale critica la presa di posizione della Chiesa in
merito ai DICO dicendo
"Sentiamo sempre più una Chiesa lontana dalla realtà,
assediata, chiusa in un moralismo sterile, quasi staccata dalle emergenze sociali che via,
via si manifestano
"
e prosegue
"la forza profetica uscita
dal Concilio Vaticano II sembra essersi affievolita, la frase iniziale della Gaudium
et spes Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini
doggi,
.. sono pure le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di
Cristo sembra lontana retorica leggendo molti interventi di alti prelati del
firmamento ecclesiale."
Quanto sopra riportato dimostra una presa di posizione molto forte che
non trova ragioni, ma che soprattutto denota la sempre più presenza dei cosiddetti
sepolcri imbiancati che non servono alla Chiesa di oggi, tanto bistrattata,
tanto in difficoltà nel trasmettere il messaggio salvifico di Cristo dovuto da una
quotidianità sempre in evoluzione e molto spesso non confacente con la moralità
cristiana.
Viene nominato, allinterno dellintervento un importante
documento papale emanato a seguito del Concilio Vaticano II (1962/1965), la Gaudium et
spes. In sintesi questo documento, composto da diversi capitoli, pone lattenzione
della Chiesa sulla necessità di aprire un proficuo confronto con la cultura e con il
mondo. Il mondo, pur lontano spesso dalla morale cristiana, è pur sempre opera di Dio e
quindi luogo in cui Dio manifesta la sua presenza. Si considera pertanto compito della
Chiesa, dei laici in primo luogo, ma non solo, riallacciare profondi legami con "gli
uomini e le donne di buona volontà", soprattutto nell'impegno comune per la pace, la
giustizia, le libertà fondamentali, la scienza.
E vero che il Concilio Vaticano II ha posto importanza al
laicato, ma visto in modo così sommario sembrerebbe che alluomo di oggi tutto sia
dovuto perché è la Chiesa che deve rincorrere luomo e adattarsi alle sue esigenze
e non viceversa.
Mi sembra semplicistica, triste, accomodante come visione e non credo
che si rifaccia pienamente al vero messaggio che la Chiesa ha voluto trasmettere
attraverso questo documento.
Infatti se approfondiamo largomentazione, in merito
alloggetto del nostro discorso, scopriamo che la parte II di questo documento è
incentrato su ALCUNI PROBLEMI PIU URGENTI dicendo che
"Tra le numerose
questioni che oggi destano l'interesse generale, queste meritano particolare menzione: il
matrimonio e la famiglia, la cultura umana, la vita economico-sociale, la vita politica,
la solidarietà tra le nazioni e la pace."
Il Capitolo I si intitola DIGNITA DEL MATRIMONIO E DELLA FAMIGLIA E SUA
VALORIZZAZIONE e per una sua migliore comprensione riporto pari passo il paragrafo 47:
47. Matrimonio e famiglia nel mondo d'oggi
Il bene della persona e della società umana e cristiana è strettamente connesso con una
felice situazione della comunità coniugale e familiare. Perciò i cristiani, assieme con
quanti hanno alta stima di questa comunità, si rallegrano sinceramente dei vari sussidi,
con i quali gli uomini favoriscono oggi la formazione di questa comunità di amore e la
stima ed il rispetto della vita: sussidi che sono di aiuto a coniugi e genitori della loro
eminente missione; da essi i cristiani attendono sempre migliori vantaggi e si sforzano di
promuoverli.
Però la dignità di questa istituzione non brilla dappertutto con identica chiarezza
poiché è oscurata dalla poligamia, dalla piaga del divorzio, dal cosiddetto libero amore
e da altre deformazioni. Per di più l'amore coniugale è molto spesso profanato
dall'egoismo, dall'edonismo e da pratiche illecite contro la fecondità. Inoltre le
odierne condizioni economiche, socio-psicologiche e civili portano turbamenti non lievi
nella vita familiare. E per ultimo in determinate parti del mondo si avvertono non senza
preoccupazioni i problemi posti dall'incremento demografico. Da tutto ciò sorgono
difficoltà che angustiano la coscienza. Tuttavia il valore e la solidità dell'istituto
matrimoniale e familiare prendono risalto dal fatto che le profonde mutazioni dell'odierna
società, nonostante le difficoltà che ne scaturiscono, molto spesso rendono manifesta in
maniere diverse la vera natura di questa istituzione.
Perciò il Concilio, mettendo in chiara luce alcuni punti capitali della dottrina della
Chiesa, si propone di illuminare e incoraggiare i cristiani e tutti gli uomini che si
sforzano di salvaguardare e promuovere la dignità naturale e l'altissimo valore sacro
dello stato matrimoniale.
Il paragrafo 48 cita:
48. Santità del matrimonio e della famiglia
Per la sua stessa natura l'istituto del matrimonio e l'amore coniugale sono
ordinati alla procreazione e alla educazione della prole e in queste trovano il loro
coronamento. E così l'uomo e la donna, che per l'alleanza coniugale « non sono più due,
ma una sola carne » (Mt 19,6), prestandosi un mutuo aiuto e servizio con l'intima unione
delle persone e delle attività, esperimentano il senso della propria unità e sempre più
pienamente la conseguono.
Per non tediare nessuno evito di continuare con i riporti, ma credo che
questo importante documento per essere inteso nel suo vero senso, debba essere letto e
approfondito nella sua completezza e non nelle sue prime tre righe.
Ogni singola persona può avere delle idee, dei pensieri che si
allontanano da quanto la Chiesa predica ma bisogna ricordare che il cristiano praticante
è chiamato a collaborare con la Chiesa e non a remargli contro, ancor meglio se la
persona in questione è anche insegnate di religione.
La Chiesa ha il diritto di intervenire in qualsiasi ambito, ancor
meglio se questo ambito va a scalfire alcuni punti cardini della vita cristiana,
comè la famiglia chiamata piccola chiesa domestica.
La politica poi è tenuta a fare le sue dovute considerazioni, ma
evitiamo di usare la Chiesa come bandiera da sventolare solo quando servono voti da
portare in saccoccia perché questa è una grande ipocrisia che non fa bene a nessuno,
nemmeno alla politica stessa e di conseguenza alla vita economica e sociale del paese.
Evitiamo di presentarsi alle elezioni con frasi del tipo
"Prima di entrare in politica ero impegnata nel volontariato in parrocchia con i
ragazzi e i giovani". Oppure
"Sono cattolico e a sinistra ho scoperto il
rispetto per i miei valori". Oppure
"Sono stata invitata dal mio parroco
a scendere in politica>" In fin dei conti il seminario organizzato
nellottobre del 2006 a Roma, anche dalla Senatrice Rubinato, intitolato
TEODEM. La nuova questione cattolica. , porta alla luce un centro/sinistra
abbastanza incerto nel suo essere centro.
Questa è ipocrisia pura se dinnanzi ad un provvedimento, come quello
dei DICO, un cristiano praticante non si ferma e pensa che così non si può andare
avanti.
Daltronde è altrettanto vero che sono promesse elettorali e si
sa, le promesse presto o tardi devono essere mantenute altrimenti si perde parte
dellelettorato. Che giochino infantile.
Voglio solo sottolineare che la Politica è un valore nobile da vivere,
non un secondo lavoro o una professione, e i valori sono fondamentali, ancor più per un
cristiano praticante.
Mi domando
dopo i DICO la politica a che cosa dovrà dare
risposta? Si sa che luomo per natura non è mai appagato, non è mai contento
quindi la politica, dovrebbe dare risposta a quale nuova richiesta?
ladozione
per omosessuali? Solo per citare un esempio, ma ce ne sarebbero tanti altri. E poi mi si
permetta di dire che voler andare incontro alle nuove scelte di vita attraverso la
costituzione di un unione a mezzo raccomandata
bhè mi sembra di leggere un fumetto
al dir poco esilarante.
Esprimo delle perplesse riflessioni su quanto è stato scritto dal Sig.
Giacometti, Consigliere Comunale del Comune di Roncade, anzi a dirla tutta chiedo
lintervento immediato del Sindaco in merito a quanto riportato dal Consigliere
Comunale, in modo da chiarire la posizione della nostra Amministrazione Comunale dinnanzi
alla esternazione fatta dal Capogruppo Progetto Città Insieme, gruppo che appoggia
lattuale Giunta Comunale.
Quando si ricopre un ruolo pubblico, serve delicatezza
nellaffrontare tematiche così importanti onde evitare di urtare in modo arrogante
la sensibilità delle persone.
Ringrazio per lattenzione e saluto cordialmente.
Christian
Guerra
aderente di Azione Cattolica
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27 marzo 2007 La famiglia borghese non si cambia, si abbatte.
Così si gridava negli infuocati anni 70, ma
prima che qualcuno riuscisse ad abbatterla la famiglia borghese si stava già
trasformando, sfuggendo allindividuazione e allabbattimento. E quei giovani
tumultuosi sono stati parte nel processo di trasformazione.
Poco prima era venuta la libertà dallunione matrimoniale combinata. Il primo passo
di emancipazione dalla famiglia patriarcale contadina, quella dove gli sposalizi servivano
principalmente a rafforzare i legami tra diversi nuclei per amplificare le ricchezze o per
cercare di crearne. Il clan prima del singolo, sempre.
Poi lindividuo ha riguadagnato terreno fino a diventare lattore principale
delle proprie scelte, la rivoluzione sessuale è passata come un bulldozer sopra il
concetto di esclusività nelle relazioni erotiche, facendone polvere. Polverizzata pure
lequazione dogmatica uomo più donna più matrimonio uguale figli, a cosa poteva
servire il legame matrimoniale se non a preservare nel tempo una certa concezione
conservatrice della società? I vincoli imposti e i tradizionalismi forzati erano veri e
propri freni per il progressivismo culturale, perciò andavano affrontati e superati.
Maneggiando continuamente gli stessi strumenti ci si impratichisce, e finalmente si
discute dei DiCo.
Le giovani coppie di oggi hanno potenzialmente le
capacità di gestire lunivocità della relazione matrimoniale con la pluralità dei
partners sessuali, e lo possono fare perché il matrimonio ove praticato- è atto
gratuito endogeno, non più realizzazione di aspettative esogene. Ognuno decide di
sentirsi legato ad altra persona per fattori che non coincidono con quelli influenti
trentanni addietro, la libertà di scegliere il coniuge esclusivamente in base a
parametri personali rende di fatto inutile contestualizzare la relazione in ambito
giuridico e religioso, naturalmente volendolo.
Se posso costruirmi le scarpe da ginnastica on-demand, perché non posso costruirmi la
formula di convivenza che mi è più congeniale? Non cè volgarità o cinismo in
questo, semplicemente la famiglia non deve più essere fondata sul matrimonio per essere
tale, cè più romanticismo in un sincero amore che dura cinque anni piuttosto che
in un perfetto matrimonio di reciproca indifferenza lungo una vita, ci può essere più
passione in un rapporto sessuale a tre che a due, soprattutto quando i due sono sdraiati
uno sopra dellaltra ansimanti, appiattiti dal meccanicismo cui si sono abituati e
depressi dalla mancanza di energia positiva.
La monogamia in questa luce assume contorni nuovi,
si veste di consapevolezza e genera il potere di distinguere e gestire differentemente
lamore, la famiglia e il sesso. Una società culturalmente avanzata come al
momento non ve ne sono su questo pianeta- dovrebbe potersi garantire la libertà di
attuare una poligamia incrociata (si possono avere più coniugi, e ognuno può essere a
sua volta già coniugato) e sentirsi con questo come ununica grande famiglia-rete
allargata ai massimi confini. Daltronde capita sempre più spesso che i figli degli
italiani abbiano contemporaneamente sei od otto nonni, frutto dellintermittenza
matrimoniale dei genitori.
La difesa della famiglia tradizionale così comè definita nel nostro ordinamento è
una battaglia persa, non si può più continuare a negare che il legame affettivo sia
lunico vero fondamento della famiglia, e che perciò una famiglia si individua in
base al legame che intercorre tra i membri che la compongono, non attraverso la
possibilità di produrre un estratto del certificato di matrimonio. Lanagrafe e
lamore non sembrano entità che si possano confondere.
E se è vero che il sistema produttivo influenza
profondamente i modelli familiari, allora la flessibilità non può essere tenuta fuori
dalla discussione quando fa comodo. Perché chi accetta di avere un lavoro a termine non
dovrebbe essere propenso ad avere anche relazioni amorose a termine? Come si concilia il
dinamismo sociale con limmobilità dei suoi nuclei costituenti? E non è
intellettualmente onesto ripetere che la famiglia tradizionale funziona da punto fermo in
un flusso dinamico vorticoso, perché a volte i punti fermi tengono a freno tutto
linsieme, come il paletto cui è attaccata la catena che imprigiona il cane.
Quale società può dirsi civile quando impedisce a qualcuno di assistere il compagno o la
compagna in ospedale solo perché non è stato sottoscritto un matrimonio?
Luguaglianza tra i cittadini non si realizza sancendola costituzionalmente, si
realizza garantendo a tutti gli stessi diritti (a fronte dei corrispondenti doveri), e in
questo nulla c'entra l'essere cattolici o meno, come nulla dovrebbe centrare la Chiesa nei
processi decisionali dello Stato, che -lo ricordiamo- è laico.
Lassenza tra queste righe dei sostantivi/aggettivi eterosessuale ed omosessuale, non
è affatto casuale.
Lorenzo Pezzato
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28 marzo 2007 Reputo quanto riportato dal Sig. Pezzato non solo uno sfogo ideologico ma
anche e soprattutto ormonale
credo che il Comitato dei Cittadini di Roncade, in
particolar modo le ragazze / donne che ne fanno parte, abbia di che esserne orgoglioso.
Saluti.
Christian Guerra
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aprile 2007 Curioso che lo sfogo ideologico venga ad altri attribuito da un aderente ad
Azione Cattolica. Forse sarebbe meglio pesare i concetti, prima di renderli pubblici.
Il fatto che il nostro sia un paese a maggioranza cattolica spesso confonde le idee agli
stessi cattolici, che ritengono di essere "specie dominante" e poter dettare le
regole del vivere quotidiano a tutti i cittadini.
La libertà consiste, banalmente, nell'esprimere sè stessi ed i propri orientamenti senza
danneggiare il prossimo, non nell'imporre il proprio punto di vista.
<<Ogni singola persona può avere delle idee, dei pensieri che si allontanano da
quanto la Chiesa predica ma bisogna ricordare che il cristiano praticante è chiamato a
collaborare con la Chiesa e non a remargli contro...>> questo si legge -tra le altre
cose- nel suo intervento. Può avere delle idee. Un'espressione che reputo agghiacciante
per quantità di ideologismo. Mi auguro che idee ne abbia anche il Sig. Guerra, senza
limitarsi a mutuare le posizioni della chiesa come un lettore dvd riproduce ciò che altri
hanno inciso sul disco.
Ho trovato davvero di pessimo gusto anche il riferimento all'ormonalità e all'orgoglio
che ne dovrebbero ricavare le donne del Comitato. Sento dietro un'affermazione di questo
tipo tutto il carico millenario di posizioni ammuffite e fallocentriche, perfattamente in
linea con i dettami del clero più radicale. Forse ci si dovrebbe rendere conto che è
proprio a causa di questa rigidità anacronistica che alcuni cristiani -come il Sig.
Giacometti- si trovano in grande difficoltà.
A proposito del Comitato: ribadisco per l'ennesima volta che gli interventi firmati con il
mio nome ed il mio cognome riportano esclusivamente opinioni personali.
Saluti
Lorenzo Pezzato |
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