15 marzo 2007 Mi siano concesse alcune
riflessioni a voce alta sulla questione attuale della posizione della Chiesa in merito
alle copie di fatto o ai dico. E logico che non tutti potranno
condividere quanto dirò, ma è altrettanto logico che lo dirò nellottica della
parresia (franchezza, schiettezza) cristiana e nella corresponsabilità che deriva dalla
coscienza di aver ricevuto nei sacramenti quello Spirito Santo che guida la nostra
avventura terrena.
Parto da una affermazione del monaco
Enzo Bianchi (priore della comunità di Bosè) che in una recente conferenza affermava
che:
.a minacciare il cristianesimo oggi sono luso politico della
religione e luso religioso della politica, mai frase fu più azzeccata anche
perché il fragore di certe frasi usate da certi uomini politici neopaladini dei valori
cristiani, la difesa spassionata di altri personaggi politici sembrano animate più che da
una vera convinzione da una necessità di apparire, ma soprattutto di schierarsi,
.
ma cristianamente non giudichiamo, limitiamoci solamente a osservare cosa accade.
Sentiamo sempre più una chiesa lontana
dalla realtà, assediata, chiusa in un moralismo sterile, quasi staccata dalle emergenze
sociali che via, via si manifestano, la forza profetica uscita dal Concilio Vaticano II
sembra essersi affievolita, la frase iniziale della Gaudium et spes Le
gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini doggi,
.. sono
pure le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo sembra lontana
retorica leggendo molti interventi di alti prelati del firmamento ecclesiale.
Questo anche perché viene da chiedersi
dove era lardore morale usato nella battaglia no dico quando qualche
tempo fa i grossi temi del dibattito politico erano luso personalistico della
giustizia e di alcune cariche pubbliche, la legittimazione attraverso i condoni di alcuni
comportamenti contrari alletica cristiana. Questioni non certamente lontane ma in
questo momento accantonate quasi fossero meno importanti.
Certo la Chiesa ha tutto il diritto di dire la sua opinione, ma ha anche il dovere che gli
deriva da un insegnamento che ha fatto del Padre misericordioso un prototipo del
comportamento cristiano, un dovere che passa prima di tutto dallascoltare,
accogliere soprattutto chi ha lanimo in ricerca e magari si aspetta la comprensione,
lumanità di un Padre e non il divieto di una norma o di una legge.
Sul Corriere della Sera di ieri mons.
Dionigi Tettamanzi arcivescovo di Milano esortava la Chiesa ad essere vicina a tutte le
famiglie. E se non ci sta la Chiesa, ci sta Dio. E la frase
più tranquillizzante, più seria che ho sentito in questo ultimo periodo.
Paolo Giacometti
Capogruppo Progetto Città Insieme
Insegnante
Educatore
Cristiano praticante un po deluso |